Attualità

Povertà educativa. Le 26 oasi in periferia che hanno salvato 55mila minori "ai margini"

Luca Liverani lunedì 28 ottobre 2024

Corsi di lingua e di computer, aiuto nei compiti, sport, laboratori creativi. E tante occasioni per socializzare, sempre accompagnati e sostenuti da educatori, al loro fianco nelle fasi delicate dell'infanzia e dell'adolescenza. Tutto questo lì dove serve di più, in quelle periferie difficili, a Nord come a Sud, dove la mancanza di offerte culturali e ricreative e le fragilità familiari spesso impediscono uno sviluppo adeguato ai cittadini di domani. E dove disagio urbano e microcriminalità sono trappole sul percorso di crescita. È proprio nelle realtà sociali "ai margini" che sono nati negli ultimi dieci anni ben 26 Punti luce grazie al progetto lanciato da Save the Children nel 2014 per realizzare sui territori tante "oasi" dove bambini e adolescenti possano superare gli ostacoli allo sviluppo che rischierebbero di imprigionarli "ai margini" della società. A raccontare questa grande battaglia contro la povertà educativa, condotta dalla ong assieme agli insegnanti delle scuole, alle associazioni di quartiere, alle parrocchie, è il documentario "Fuori dai margini", presentato alla Festa del Cinema di Roma, già disponibile in streaming su DISCOVERY+ e, da novembre, anche su NOVE.

"Fuori dai margini" racconta le storie esemplari di cinque utenti dei Punti Luce: Nicole a Roma, Samuel e Natasha a Napoli, Alim a Torino, Alessandro a L'Aquila. Cinque ragazzi che hanno provato anche l'emozione di sfilare come i divi del cinema sul red carpet romano, accompagnati dal presidente di Save the Children, Claudio Tesauro, e dalla cantante Elodie, ambasciatrice dell'organizzazione e madrina dell'iniziativa. Cinque ragazzi in rappresentanza dei 55 mila bambini, bambine e adolescenti che l'organizzazione ha accompagnato nella crescita, con l’obiettivo di abbattere le barriere che impedivano loro di sognare un futuro diverso.

I 26 Punti Luce in Italia sono ad Ancona, Bari, Brindisi, Catania, Genova, L’Aquila, due a Milano (Giambellino e Quarto Oggiaro, un terzo è in preparazione a Gallaratese), poi tre a Napoli (Barra, Chiaiano, Sanità), Casal di Principe, due a Palermo (La Zisa, Zen2), Platì, Potenza, Prato, tre a Roma (Ostia, Ponte di Nona, Torre Maura), San Luca, Sassari, Scalea, Torino, Udine, Marghera. Dice molto sull'importanza del progetto il fatto che la sede del Punto Luce di Casal di Principe sia in una struttura pubblica confiscata alla criminalità organizzata, messa a disposizione dal Comune. «Spazi ad alta densità educativa», li chiama l'organizzazione, dove bambine, bambini e adolescenti possono trovare opportunità formative ed educative del tutto gratuite.

«In questi 10 anni Save the Children ha supportato oltre 55 mila minori attraverso i Punti Luce. Un progetto ambizioso - afferma il presidente della ong Claudio Tesauro - che ha l’obiettivo di contrastare la povertà educativa e che ci ha consentito, anche grazie alla nostra rete di partner territoriali, di osservare i loro volti, ascoltare le esperienze, i desideri e le aspirazioni. Soprattutto abbiamo intercettato, in contesti che spesso non offrono opportunità adeguate, bambine, bambini e adolescenti pieni di risorse, consentendo loro di superare gli ostacoli delle disuguaglianze territoriali e sociali. Queste storie meritano di essere raccontate».

Da quando nel 2014 ha lanciato l’allarme sulla povertà educativa e si è impegnata a contrastarla, Save the Children ha aperto 26 Punti Luce in 15 regioni , spazi che da 10 anni continuano ad illuminare il futuro dei più piccoli. Dall’avvio del prgramma, i Punti Luce hanno accompagnato in 15 regioni più di 55 mila minori nel loro percorso di crescita, in alleanza con una rete di partner sul territorio e con le istituzioni locali. Luoghi sicuri dove passare i pomeriggi, in quartieri che offrono poco o nulla, se non la strada o l'isolamento dei social. Offerte educative preziose per apprendere, conoscere e sperimentare passioni e attitudini, grazie anche a più di 6.625 doti educative individuali offerte soprattutto ai minori in condizioni di fragilità e vulnerabilità sociale ed economica, spesso segnalati dai servizi sociali. Con la pandemia sono stati distribuiti anche 2.661 sostegni materiali, tra cui computer.