Attualità

Povertà educativa . Formazione digitale per 6mila studenti nelle aree più svantaggiate

Luca Liverani martedì 12 ottobre 2021

Si chiama “Connessioni Digitali” il progetto di lungo termine per migliorare le competenze digitali di ragazze e ragazzi di scuole secondarie di primo grado in tutta Italia. Il progetto nasce dalla collaborazione di Save the Children e le società del Gruppo Crédit Agricole in Italia. Un’iniziativa che vede la collaborazione di 100 scuole coinvolte nei territori più svantaggiati o privi di opportunità, per contrastare la povertà educativa digitale, favorire l’accesso ad un percorso formativo prezioso per il futuro dei più giovani, ma anche per tutelarli dai rischi e dagli inganni del web .

Il contrasto della povertà educativa digitale è una delle sfide più urgenti. Da una recente rilevazione pilota di Save the Children, ancora oggi un quinto dei ragazzi non è in grado di eseguire semplici operazioni con gli strumenti informatici, quasi 1 ragazzo su 3 non ha un tablet a casa, 1 su 7 neanche un pc. Circa il 10% degli studenti che hanno partecipato all’indagine non sa riconoscere una password di sicurezza media o elevata, un terzo (31,1%) pensa che l’età minima per un profilo sui social sia inferiore ai 13 anni, il 7% pensa che l’età per poter accedere ai social sia 10 anni o meno, il 30% non conosce ad esempio i passaggi necessari a rendere un profilo social accessibile soltanto ai propri amici e non pubblico. Quasi il 57% non conosce le regole relative alla cessione ai social della propria immagine ed il suo utilizzo da parte degli stessi, il 46% non è in grado di riconoscere una fake news riguardante l’attualità.

"Connessioni Digitali" vuole dare una risposta concreta a questa sfida, e punta, nell’arco di tre anni, a coinvolgere nelle attività di formazione 6 mila studenti tra i 12 e i 14 anni, e circa 250 docenti. Il progetto, promosso da Save the Children, si avvale della collaborazione e della supervisione scientifica del Cremit (Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Innovazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) e dell’implementazione a livello territoriale della cooperativa E.D.I. Onlus.

Il progetto prenderà il via, per la prima annualità, in 40 scuole di 30 piccole e grandi città in 15 diverse regioni da nord a sud. Il percorso educativo sarà finalizzato all’acquisizione e certificazione delle competenze digitali attraverso la creazione di prodotti comunicativi, anche grazie all’allestimento, all’interno delle scuole, di una vera e propria "Newsroom Crossmediale” attrezzata, apposite aule informatiche attrezzate. Ragazze e ragazzi potranno così raccontare loro stessi e la realtà dei loro territori utilizzando le tecnologie digitali in modo competente e consapevole, sviluppando al contempo l’attivismo civico per promuovere un cambiamento in positivo della loro realtà e del contesto in cui vivono.

Save the Children ha elaborato lo strumento AbCD - Autovalutazione di base delle Competenze Digitali, grazie alla collaborazione con Cremit della Cattolica di Milano e con la professoressa Monica Pratesi del dipartimento di Economia e management dell'Università di Pisa. Così come la povertà educativa è fortemente condizionata dalla povertà materiale, anche la povertà educativa digitale ne è una conseguenza diretta. I minori che provengono da famiglie svantaggiate, generalmente hanno maggiori probabilità di non raggiungere il livello minimo di competenze ad esempio in matematica, scienze e lettura, di non svolgere attività culturale, ricreativa, sportiva, ed essere a rischio di abbandono scolastico. Allo stesso modo, la mancanza di strumenti tecnologici, ha aggravato le difficoltà dei ragazzi che hanno dovuto affrontare questo periodo di “vita e socialità virtuale”.

La povertà educativa digitale non è soltanto associata alla presenza di strumenti digitali a casa, ma anche al loro utilizzo, in termini di ore. L'indagine ha dimostrato che maggiore è il tempo dedicato all’utilizzo degli strumenti digitali per fare i compiti, migliori sono i risultati in termini di competenze relative all’alfabetizzazione digitale di base. Al contrario, invece, minore è il tempo che i tredicenni impiegano per stare sui social o giocare online, maggiore il livello di competenze riguardanti l’uso consapevole dei nuovi media