Attualità

Truffelli (Ac): «Poveri e lavoro al centro del settennato»

Marco Iasevoli martedì 3 febbraio 2015
C’è un episodio che è tornato alla mente di Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione cattolica, nell’istante stesso in cui Sergio Mattarella superava il quorum per il Colle. «Era il 12 febbraio 2000, ventennale della morte per mano delle brigate rosse di Vittorio Bachelet. La sala del Palazzo della Cancelleria era strapiena. Mano a mano che arrivavano le autorità, venivano aggiunte sedie nelle prime file. Ma Mattarella, che aveva avuto responsabilità tra gli studenti di Ac durante gli anni del Concilio, quando Bachelet guidava l’associazione, fermò con la mano la segretaria che lo invitava a venire avanti. 'No, grazie, resto qui in piedi'. E lì, in fondo alla sala, rimase per tutto il tempo dell’incontro». Un presidente umile basta per avvicinare cittadini ed istituzioni? In queste ore a Mattarella è stato associato un impegno, 'ricucire', che mi piace molto. Innanzitutto ricucire le distanze che separano sempre più ricchi e poveri. Non solo distribuendo in modo più equo le risorse, ma anche e soprattutto creando occasioni e opportunità per chi ha nulla o poco. Quell’accenno alle 'speranze e alle sofferenze' degli italiani, nelle sue prime parole, non mi pare casuale: a parte il richiamo alla Gaudium et spesche tanti hanno colto, emerge la coscienza che bisogna lavorare molto, a ogni livello, per sanare ferite sociali alle quali non sono state date risposte adeguate. Si cerca di capire l’atteggiamento di Mattarella rispetto alle riforme istituzionali... La sensibilità istituzionale che tutti riconoscono a Mattarella certamente lo aiuterà ad accompagnare le riforme e a garantire tempi brevi, preservando un clima di dialogo e avendo cura della qualità della vita democratica. In questo senso, il nuovo capo dello Stato è un garante vero per tutti. Nel merito, poi, come Ac più volte abbiamo ribadito che sulla legge elettorale si è perso sin troppo tempo: l’Italia non può più stare senza un sistema di voto che concili rappresentanza e governabilità. Quali parole-chiave immagina per il settennato? Scuola, lavoro, integrazione. Tre parole intrecciate che rispondono sia a sfide interne, ai grandi problemi del Paese, sia alle grandi sfide che stiamo vivendo a livello europeo e globale. Mattarella, nella visita alle Fosse Ardeatine, ha fatto riferimento alle minacce del terrorismo religioso. Sono certo che nel suo lessico la parola 'dialogo' venga molto prima di un’altra parola più in voga nella politica, 'paura'. Auspichiamo inoltre che anche grazie a lui Italia ed Europa giochino un ruolo attivo nella promozione della pace e nel dialogo interreligioso nel bacino del Mediterraneo. Mattarella ha radici in Ac... E per noi è motivo di orgoglio. D’altra parte nelle prime ore, sulla Rete, le uniche parole disponibili di Mattarella erano quelle che lui stesso aveva rilasciato in un’intervista ai nostri studenti 5 anni fa. Ma siamo consapevoli che il presidente della Repubblica è del Paese, è dei cittadini. È dei laici, dei credenti e dei non credenti, degli immigrati e di chi va fuori a cercare fortuna. È fattore di unità, a maggior ragione se mette al servizio del Paese lo spessore culturale, umano ed etico che la fede è capace di generare.