Infrastrutture. È arrivato il primo ok al Ponte sullo Stretto
Rendering del progetto del ponte
Il Dl infrastrutture ieri mattina ha ottenuto la fiducia con 169 sì e 101 no. Ora il provvedimento passa al Senato per l'approvazione definitiva. Se entro il 28 agosto sarà convertito in legge cambieranno le modalità per l'approvazione del progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto, che non dovrà più essere presentato per intero entro fine mese ma sarà approvato “per fasi costruttive”, ossia a pezzi. Nel decreto approvato ieri ci sono modifiche anche sulle variazioni dei prezzi e sugli indennizzi per gli espropri.
La scelta di porre la fiducia sul Dl infrastrutture ha raccolto il plauso dell’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci («Importante voto»), mentre il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, l’ha stigmatizzato: «Il Sud è in una situazione di grave emergenza idrica. Tuttavia, oggi è stato approvato dalla Camera un decreto legge sulle infrastrutture che non investe un euro per fronteggiare questa crisi. Una crisi che colpisce in particolare la Sicilia». Il comitato messinese “Invece del Ponte” definisce la scelta una «prova di debolezza» che «non colma comunque il vero problema: l'assenza di un progetto definitivo approvabile, necessario al Governo per tenere in piedi l'accordo con Eurolink, dopo avere resuscitato il vecchio progetto senza la necessaria nuova gara». L’opposizione si concentra sull’approvazione a pezzi, poiché «un ponte non può essere approvato per stralci funzionali perché è un'opera indivisibile» osserva Bonelli. Al contrario, Ciucci parla di norme «che contribuiscono a dare ulteriori certezze su tempi, costi, trasparenza delle procedure, con particolare attenzione al piano degli espropri», e ricorda che risponderà all’inizio di settembre alle 239 richieste emerse nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale e in Conferenza di Servizi. «L’obiettivo, come più volte sottolineato, è di ottenere entro l’anno l’approvazione da parte del Cipess (il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, ndr.) sul progetto definitivo e sul piano economico finanziario, passando così alla fase realizzativa», dichiara.
Recentemente, l’opera ha ricevuto il finanziamento del progetto esecutivo da parte dell’Unione Europea (25 milioni di euro, pari al 50% dell’importo relativo alla parte ferroviaria). In quell’occasione, lo stesso Ciucci aveva affermato che non ci sarà «nessun ritardo nell’avvio della realizzazione del ponte ». Entro l’anno, la società vorrebbe avviare la fase realizzativa (accantieramenti, bonifica da ordigni bellici, accertamenti archeologici, espropri) e arrivare all’apertura al traffico nel 2032. Proprio per rendere possibile un tale cronoprogramma è stato modificato il decreto 35/2023, introducendo il percorso «per fasi costruttive», ossia singole realizzazioni non necessariamente funzionali. Ciucci ha già smentito l’accusa che questa scelta sia legata alla copertura economica dell’opera. Argomentazioni che non convincono il Pd, il quale ha commentato così la fiducia: «Il provvedimento in esame poteva essere lo strumento per risolvere molti problemi ed invece è l'ennesimo spot di Salvini, un carrozzone vuoto del Governo Meloni».
È di tutta evidenza che questo progetto abbia un valore simbolico e politico che ne trascende la complessità progettuale e il costo: 13,5 miliardi. Chi riunirà la Sicilia al resto d’Europa, facendovi transitare auto e treni h24 in tutti i giorni dell'anno, entrerà nella storia. L’opera comprende una campata sospesa centrale di 3,3 chilometri, per una lunghezza complessiva 3,6, nonché 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari. Nel cantiere saranno occupati mediamente 4.300 addetti all’anno.