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Ponte Morandi. Toninelli: dal Qurinale ok al decreto venerdì. Polemiche sul ritardo

Redazione romana mercoledì 26 settembre 2018

Lo stato della parte ovest di ponte Morandi a Genova

Il decreto su Genova «è pronto, oggi o al massimo venerdì sarà firmato al Colle». Ad assicurarlo è il ministro
delle Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli, rispondendo sui tempi del decreto al Quirinale. Lo stesso assicura il vicepremier Luigi Di Maio, che sul nome del commissario alla ricostruzione assicura che «sarà nominato subito dopo che il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il nome? «Ci stiamo lavorando e lo saprete a brevissimo - assicura il ministro del Lavoro spiegando che il nuovo commissario - avrà tutti i poteri per chiamare l'azienda migliore e fare il prima possibile». Ci sarà una «procedura d'emergenza che non prevede massimi ribassi, cioè procedure che portano a preferire il risparmio di denaro rispetto alla qualità dei lavori«. Di Maio ribadisce di preferire un'azienda di Stato: «Fincantieri potrebbe essere una buona opzione».

Toninelli spiega al Question time che il commissario straordinario «avrà il compito di porre in essere ogni azione necessaria per affidare, in osservanza della direttiva UE n. 24/2014, i lavori necessari al ripristino del sistema viario colpito dal crollo di quel tratto dell'autostrada A10». Il ministro sottolinea anche che »il Governo non interviene direttamente nella scelta del contraente, ma pone al Commissario precisi paletti normativi, quantomeno per evitare che la scelta determini indebiti vantaggi competitivi nel sistema delle concessioni autostradali».

«Prima arriverà e meglio è ma è importante cosa c'è scritto dentro a questo decreto», commenta il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. «Ci aspettiamo aiuti sostanziosi così come concordato con il premier Conte - aggiunge il governatore - ci aspettiamo aiuti al porto e all'economia di Genova e del Nord ovest, alcune centinaia di milioni di aiuti alle imprese e alla comunità portuale, aiuti agli sfollati superiori a quelli già stabiliti con legge regionale, aiuti per gli autotrasportatori e che il commissario abbia poteri e capacità operativa visto che costerà molto agli italiani; certo deve essere una figura cristallina e con un curriculum tale da garantire una capacità operativa di rara efficacia, visto che il governo non decide nulla sulla ricostruzione ma demanda tutto a questo commissario straordinario cha avrà amplissimi poteri e vorrei capire a quale figura professionale pensano, visto che è un misto tra superman, l'uomo ragno e un profeta biblico».

Dalle opposizioni piovono critiche sulla tempistica di un decreto che si fa attendere. Attacca il vice presidente della Camera, il dem Ettore Rosato: «Di Maio annuncia "oggi il Decreto Genova deve andare al Quirinale". Bontà sua, forse si è spaventato perché un gruppo di genovesi ha minacciato di andare sotto casa di Beppe Grillo a protestare. Ma 43 giorni senza un decreto è davvero al di là di ogni immaginazione. Ecco quanto hanno impiegato altri governi: Abruzzo 2009 (Governo Berlusconi) 23 giorni; Emilia 2012 (Governo Monti) 7 giorni; Centro Italia 2016 (Governo Renzi) 13 giorni. Mi sa che Di Maio fa in tempo ad abolire la povertà prima di darci un decreto».

Critica anche la forzista Deborah Bergamini: «Il Decreto Legge si adotta in casi di 'necessità e urgenza' e ha validità di 60 giorni». Ma il Decreto Legge per Genova «a 43 giorni dalla tragedia non è stato ancora varato. Voglio sperare che dopo un attesa troppo lunga sia un decreto assolutamente perfetto e senza brutte sorprese. I genovesi hanno già aspettato troppo». «In 43 giorni il Governo non è riuscito a scrivere il decreto. Noi di Fratelli d'Italia - afferma il presidente Giorgia Meloni - possiamo farlo in 25 ore: i nostri parlamentari e tecnici sono a disposizione. Basta perdere tempo: Genova e la Liguria aspettano risposte immediate».

«Questo pasticcio credo non sia neanche questione di soldi ma di aver caricato un decreto di cose che, se si vogliono fare, devono stare in posti diversi», dice Pierluigi Bersani di LeU. «Vuoi revocare le concessioni? Fallo, ma non caricarmi su un treno che deve andare a mille all'ora cose che andranno a cinquanta all'ora - prosegue Bersani, ex ministro delle Infrastrutture -. Io non sono certo un difensore di Autostrade però: se escludi Autostrade devi fare una gara? Quanto tempo ci metti? Cosa dice l'Unione europea? Ci possono essere dei ricorsi?».

A chiedere di accelerare i tempi una volta per tutte sono anche i sindacati. «Il Governo deve sciogliere in maniera chiara e trasparente tutti i nodi del decreto per Genova a cominciare da quello delle risorse per la ricostruzione del ponte», dice la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. «Ciò che sta accadendo in queste ore, in attesa del famoso decreto, è una presa in giro per i Genovesi», afferma Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria.