Alla Camera. La manovra supera anche l'ultima fiducia. Opposizioni in piazza
Passa la fiducia alla manovra del governo (327 sì e 228 no), la protesta del Pd si sposta in piazza e in aula arrivano i gilet azzurri di Forza Italia. E così, domenica 30 dicembre, la legge di bilancio dell’esecutivo giallo-verde sarà approvata a scatola chiusa in via definitiva alla Camera. Così il Paese schiva in extremis l’esercizio provvisorio. Un fatto senza precedenti, accusano Pd, Fi, Fdi, Leu e +Europa, che non hanno avuto modo di discutere neppure un emendamento. Ma le opposizioni rialzano la testa e promettono un 2019 di battaglia.
Dentro l’emiciclo della Camera si replica una giornata di schermaglie, anche se i toni non arrivano a salire come il giorno precedente, e ancora una volta Pd e Fi attaccano la presidenza di Roberto Fico, accusato di rappresentare solo il suo partito, il M5s. «Aveva una grande occasione di dimostrare che la Repubblica è equilibrio tra i poteri, invece è stato al servizio di una maggioranza pasticciona e non del Paese», incalza il presidente dei deputati del Pd Graziano Delrio. Ma, senza la forza dei numeri, i dem si trasferiscono a piazza Montecitorio sulle note di "Bella ciao".
I militanti del Pd riscoprono la forza della piazza e chiedono a gran voce «unità» al partito. Maurizio Martina, e Francesco Boccia, con Paolo Gentiloni, Matteo Orfini e Luca Lotti scandiscono «Onestà» e i cori usati a suo tempo dal M5s di lotta. Emanuele Fiano, grande protagonista degli scontri in assemblea sulla manovra viene applaudito dalla folla. E questa volta Delrio prende la parola fuori dal Palazzo: «Grazie per essere qui, siamo lì dentro per rappresentare tutti voi. È l’inizio di un anno di mobilitazione». Il sit in si anima: «L’Italia apra gli occhi, Di Maio e Salvini sono come autisti ubriachi che ci portano a sbattere – dice –. Si vergognano di quello che hanno messo nella manovra, per questo vogliono approvarla senza discuterla». E giù con l’elenco delle misure: «C’è il condono fiscale, ad esempio, ci sono più tasse alle imprese e per i pensionati».
Alla protesta dem fa eco quella di Forza Italia, che marca le distanze dalla Lega. «Nessuno deve sottovalutare la gravità assoluta di quello che sta succedendo alla Camera nel metodo e nel merito. Questa legge di bilancio aumenta le tasse, attacca le pensioni e il no profit. È una manovra che ipoteca il futuro dei giovani, ruba la pensione agli anziani, punisce chi fa del bene. Un mix di pauperismo e dilettantismo che l’Italia non può permettersi di subire a lungo», attacca Silvio Berlusconi, lanciando per gennaio la protesta dei "gilet azzurri" in tutte le piazze italiane.
E per dare un’anticipazione, i deputati di Fi in aula indossano un fratino azzurro con le scritte "Basta tasse", "Giù le mani dal volontariato", "Giù le mani dalle pensioni", e occupano lo spazio davanti ai banchi del governo. Il vicepremier Luigi Di Maio sorride, mentre dal Carroccio sale il malumore. Il premier Conte assiste in silenzio e anche il ministro Tria. L’altro vicepremier Salvini è in vacanza con la figlia. Il capo politico dei 5 stelle accusa gli avversari di «opporsi a un aiuto vero a tutti i disoccupati, a chi vive sotto la soglia di povertà, a chi è stato truffato da quelle banche che loro hanno salvato».
Le opposizioni non concordano e soprattutto temono il precedente del metodo. Il Pd salta la prima chiama per rallentare i lavori. La componente di +Europa del gruppo Misto vota contro la fiducia e non parteciperà oggi al voto finale.