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Verso il voto. «Effetto Mosca» sulla campagna elettorale, accuse alla Lega e smentite

Vincenzo R. Spagnolo giovedì 28 luglio 2022

Salvini contestato in Polonia, l'8 marzo scorso, per i suoi rapporti con Putin

La campagna elettorale per le elezioni settembrine non fa nemmeno in tempo a scaldare i motori, che scoppia subito il primo caso politico-diplomatico, con al centro ancora una volta la Lega e la sua presunta liaison col governo russo. A sollevare il putiferio è un articolo del quotidiano La Stampa, dal titolo evocativo, «Ombre russe dietro la crisi», che attraverso una ricostruzione attribuita a fonti di intelligence sostiene che «gli uomini di Putin s’interessarono alla possibile caduta del governo Draghi», col tramite dell’avvocato campano ed ex parlamentare di Fi Antonio Capuano. L’ambasciata russa in Italia non commenta. Ma arriva la smentita del sottosegretario con delega alla Sicurezza Franco Gabrielli. E il segretario del Carroccio Matteo Salvini bolla tutto come «fesserie». Tuttavia, diverse forze politiche chiedono un’informativa urgente del governo.

Le «ombre russe». Nell’articolo si menzionano presunti contatti fra l’avvocato Capuano, autodefinitosi consigliere per i rapporti internazionali del leader della Lega, e Oleg Kostyukov, «importante funzionario dell’ambasciata russa». Citando presunti documenti di intelligence, si riferisce di colloqui tra i due, un paio di mesi prima della caduta dell’esecutivo, nel periodo in cui Lega e M5s erano contro nuovi invii d’armi in Ucraina. «Il diplomatico, facendo trasparire il possibile interesse russo a destabilizzare gli equilibri del governo italiano con questa operazione avrebbe chiesto se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo», scrive La Stampa, sostenendo che Kostyukov acquistò i biglietti della controversa missione, poi cancellata, di Salvini a Mosca. In base all’articolo, i colloqui fra i due sarebbero avvenuti fra il 27 e il 28 maggio, a ridosso della telefonata di Draghi a Putin del 26 maggio per tentare di sbloccare la "crisi del grano".

Gabrielli smentisce. Non appena infuria la bufera politica, è il sottosegretario Gabrielli a definire «prive di fondamento» le notizie «circa l’attribuzione all’intelligence nazionale di asserite interlocuzioni tra l’avvocato Capuano e rappresentanti dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, per far cadere il governo Draghi», come «già riferito al Copasir, in occasione di analoghi articoli, apparsi nei mesi scorsi». Ma La Stampa precisa che i documenti visionati «sono una sintesi informale del lavoro d’intelligence sulla vicenda, comunicati ai competenti livelli istituzionali». Invece l’ambasciata russa a Roma, interpellata dall’Agi, ritiene di non aver «nulla da aggiungere a quello che è già stato detto in giugno», quando aveva confermato di aver «assistito Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei» per il viaggio a Mosca (previsto per il 29 maggio e poi cancellato).

L’ira di Letta. Ma Salvini: fantasie. Per il segretario del Pd Enrico Letta, si tratta di «rivelazioni inquietanti, la campagna elettorale inizia nel modo peggiore. Vogliamo sapere se è stato Putin a far cadere il governo Draghi». Ma il leader leghista controbatte: «Sono fesserie, la solita fantasia in cui c’è Putin, il fascismo, il razzismo, il nazismo, il sovranismo». Una difesa che non smorza la reazione delle forze politiche. Pd, Italia viva e altri partiti sollecitano una informativa urgente del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Deve venire il governo a spiegare, è un argomento su cui l’Aula e il Copasir devono poter discutere», incalza la dem Lia Quartapelle, che poi stuzzica Fratelli d’Italia: «Siete sicuri di voler fare un’alleanza di governo con un partito che discute del sostegno all’esecutivo con l’ambasciata russa?». A sua volta, Di Maio chiede lumi alla Lega: «Credo che Salvini debba spiegare queste sue relazioni con la Russia... Dobbiamo stare attenti alle influenze russe su questa campagna elettorale». Il ministro degli Esteri sottolinea anche la "coincidenza temporale" con le posizioni M5s sulle armi in Ucraina, fatto che fa sbottare Giuseppe Conte: «Nessuna insinuazione su di noi».

Il caso al Copasir? Secondo il presidente del Copasir, Adolfo Urso (Fdi), la dichiarazione di Gabrielli «non lascia adito a dubbi». Tuttavia il segretario del medesimo organismo parlamentare, Ernesto Magorno (Iv) si dice pronto a chiedere che il Comitato si occupi della questione «per mettere in sicurezza il voto del 25 settembre».