ROMA. Policlinico Gemelli: resistiamo ma non per molto
E, allora: «Si può immaginare qui una sanità pubblica senza questo Policlinico? Chi potrebbe mai assorbire quella percentuale di servizi?». Non usano mezze parole Marco Elefante, Maurizio Guizzardi e Rocco Bellantone nel delineare i contorni di un paradosso che rischia di strangolare una delle realtà di eccellenza della sanità, e non solo di quella italiana.
Il direttore amministrativo dell’Università Cattolica, il direttore generale del Policlinico 'Agostino Gemelli' e il preside della Facoltà di Medicina e chirurgia, denunciano anzi con crudo realismo, ed enorme amarezza, i dati di una «emergenza » ormai acutissima. Anche se, mentre Elefante annuncia che «è probabile » che i decreti per la Sanità del Lazio verranno impugnati, Guizzardi assicura che in ogni caso «l’ipotesi del blocco delle attività non è mai stata presa in considerazione », perché «questo è un ospedale che ha una sua vocazione e, finché ce la facciamo, l’assistenza la garantiremo. Non possiamo far pagare ai cittadini il prezzo di questa vicenda». Certo, però, «c’è il rischio concreto che un giorno potremmo non farcela».
I numeri di questa crisi parlano da soli. I decreti del Commissario alla sanità del Lazio prevedono un taglio di 29 milioni di euro sul budget per l’anno in corso di 529 milioni (ma dei quali sono arrivati solo circa 150 milioni), sottoscritto a metà settembre tra il Policlinico e la Regione. Di questo taglio «circa 5 milioni sono relativi alle funzioni per l’Emergenza e per il Pronto soccorso, senza riduzione delle prestazioni erogate». Non solo: questo intervento sul budget «renderà impossibile aprire attività già programmate con la Regione come il raddoppio dei posti letto dell’Unità di Terapia intensiva neonatale, o il centro per la Sla , in quanto ciò comporterebbe un aumento dei costi insostenibili da parte dell’ospedale».
Tutto ciò a fronte degli 800 milioni di euro di crediti vantati dal Policlinico nei confronti della Regione Lazio e del Piano strategico 2012-2016, approvato dal Cda dell’Università Cattolica lo scorso giugno e in fase di attuazione, che porterà entro il 2014 alla riduzione dei costi globali di oltre 70 milioni di euro attraverso interventi di diversa natura ma con l’impegno di non diminuire il numero delle prestazioni erogate.