MILANO. Firme false per lista Formigoni Chiesto rinvio a giudizio per Podestà
Il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, ha chiesto il rinvio a giudizio per falso ideologico per il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, e altre 9 persone in relazione alle presunte firme false, 926 in totale, che sarebbero state poste a sostegno del listino di Roberto Formigoni e della lista del Pdl per le elezioni regionali del 2010. L'udienza preliminare si aprirà il prossimo 12 ottobre davanti al gup Stefania Donadeo.
Per Podestà - che ha più volte ribadito la propria estraneità ai fatti - l'accusa è di falso ideologico. I fatti sono riferiti a quando Podestà era coordinatore regionale del Pdl, per la presentazione delle liste elettorali regionali "per la Lombardia" e altre, collegate alla candidatura del governatore Roberto Formigoni.Nella richiesta di rinvio a giudizio, la procura cita il verbale di interrogatorio di una coindagata di Podestà, Clotilde Strada, viceresponsabile del settore elettorale del Pdl, che racconta come nella sede del Pdl milanese la sera prima della scadenza dei termini per la presentazione delle liste, l'attuale presidente della Provincia le disse di usare i certificati elettorali dei cittadini per raggiungere il numero necessario di firme alla presentazione delle liste."Avete i certificati elettorali, usateli. Del resto sarebbe difficile sostenere il rinnovo dei contratti se ci saranno problemi sulla presentazione delle liste", sono le parole che Strada mette a verbale attribuendole a Podestà.Alla richiesta di Podestà, Strada, secondo il verbale, rispose "va bene". "Tornai nella sala riunioni dove c'erano gli altri, ivi compresi i consiglieri provinciali rimasti. Dissi loro che Podestà aveva detto di usare i certificati elettorali, e a quel punto ciascuno dei consiglieri ha preso gli elenchi, compilandoli con le generalità delle persone e apponendone invece loro le firme e poi autenticandole"."Ovviamente a questa compilazione degli elenchi parteciparono anche altri presenti, ma non sono in grado di dire chi, perché c'era un notevole via vai", ha concluso la Strada. "Mentre io, dopo avere trasmesso ai consiglieri e agli altri le direttive di Podestà, mi sono recata nella stanza del coordinatore regionale per raccogliere gli elenchi che cominciavano ad arrivare dalle altre province".