Attualità

L'indagine. Gli adolescenti italiani: poco sonno e molto “sexting”

Ilaria Beretta mercoledì 10 luglio 2024

Sono nati in un continente che da decenni conosce la pace, eppure la cosa di cui oggi hanno più paura gli adolescenti italiani è proprio la guerra. Balza all’occhio la notizia, leggendo i risultati dell’indagine nazionale sugli stili di vita dei ragazzi tra i 13 e i 19 anni, condotta su un campione di 3.427 studenti da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca Iard.

Ben oltre la metà degli intervistati, circa il 63%, teme lo scoppio di un conflitto alle porte di casa, in Italia oppure in Europa, e non a caso i ragazzi si dicono preoccupati per il futuro, con i tredicenni solo un poco più ottimisti di chi ha 18 anni. Si sentono tristi soprattutto le ragazze: l’85% delle giovani registra frequentemente un mood demoralizzato e per il futuro non si aspetta nulla di buono. «È la prima volta – commenta Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza che ogni anno registra i sentimenti dei ragazzi – che una generazione teme la possibilità di una guerra che ci coinvolga direttamente».

​Sui social pericolosi

In risposta a questa paura, i ragazzi sembrano rinunciare a guardare al domani e invece concentrano gli sforzi nel crearsi un’identità personale che valga perlomeno per l’oggi: pazienza se si tratta di un’immagine poco ragionata e provvisoria. Sui social basta e avanza: qui i nativi digitali vivono la maggior parte delle giornate e, pur potendo contare su una solida consapevolezza dei rischi a cui ci si espone stando online, sottovalutano i pericoli. Il 15% delle ragazze e il 10% dei maschi ammette di aver postato foto o video personali dal contenuto sessualmente provocante (un fenomeno noto come sexting); una percentuale che cresce se ci spostiamo nella fascia di età 17-19 anni. Sono aumentate anche le iscrizioni a OnlyFans, la piattaforma che catalizza contenuti ad esplicito riferimento sessuale e a cui, in teoria, i minorenni non potrebbero accedere. I maschi lo usano soprattutto come fruitori, le ragazze invece con un ruolo attivo. In percentuali simili, invece, le ragazze e i ragazzi (55% le prime, 52% i secondi) mandano foto intime al partner. Alcuni sanno che non è prudente farlo ma ci si adegua alla prassi, altri invece sono convinti che basti avere fiducia nell’interlocutore al quale si invia la foto. «Dobbiamo accettare – commenta Loredana Petrone, psicologa e sessuologa dell’Università di Roma – che la rete oggi è un “luogo” dove la sessualità si esprime. Solo così avremo la serenità di parlare con gli adolescenti e possiamo evitare che si imbattano nel revenge porn o nell’estorsione sessuale che rappresentano rischi gravissimi». Le fa eco Marco Domizi della sezione lombarda della Polizia postale: «Ci piacerebbe non essere l’ultima spiaggia a cui accorrere quando non si sa più che fare. Dovremmo prevenire dialogando con i giovani».

Notti in bianco

E online gli adolescenti frequentano altri siti vietati legati al gioco d’azzardo dove approda circa il 20% dei maschi intervistati. Gli accessi avvengono anche di notte, visto che quasi la metà dei ragazzi va a letto oltre la mezzanotte e spesso, se non riesce a dormire, riaccende lo schermo bluastro che inibisce definitivamente il sonno. «I ragazzi riposano meno delle 8-10 ore raccomandate – dice Marina Picca, presidente della Società italiana cure primarie pediatriche – e questo può avere ripercussioni sulla salute fisica e psichica dei giovanissimi».

Indigestione di alcol

I disturbi del sonno sembrano correlati anche alla propensione all’abuso di alcol. Per i ragazzini bere non è un’abitudine controllata ma un’evasione che ha senso solo nell’ottica dell’indigestione e che diventa quasi un passaggio obbligato: tra i ragazzi di quarta e quinta superiore solo l’11% non si è mai ubriacato. Secondo la psicologa Giada Giglio Moro «c’è troppa disinformazione: solo il 33,9% considera l’eccesso di alcol un fattore di alto rischio per la salute».

Fidarsi è bene...

Chi può affrontare questi problematiche con i ragazzi? Sicuramente i medici, una delle poche categorie che gode del rispetto dei giovani. Oltre a loro gli adolescenti ascoltano amici e genitori, tutti gli altri attori sociali – dagli insegnanti ai preti fino ai giornalisti e ai politici – non sono considerati punti di riferimento.

Un porto sicuro resta la scuola, con appena l’8% dei giovani che la considera un incubo. «Confermo questi dati – ha detto Alessandra Condito, dirigente scolastico del Liceo scientifico Einstein di Milano –. I ragazzi mi chiedono di organizzare iniziative anche oltre le normali ore di lezione, perché per loro è un luogo insostituibile di socializzazione e confronto tra pari».

© riproduzione riservata