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Infortuni. Pochi ispettori, processi lunghi: perché la sicurezza non è una priorità

Paolo Ferrario giovedì 20 maggio 2021

Le norme per lavorare in sicurezza

Ci voleva la tragedia di una giovane mamma, per riaccendere l’attenzione sul dramma quotidiano degli infortuni sul lavoro. Ma, passata l’emozione, le vittime si trovano sole con il proprio dramma e tante domande che non trovano risposta. «Quelle per accertare le responsabilità di un infortunio sul lavoro, sono indagini molto lunghe e complesse», ricorda Bruno Giordano, magistrato di Cassazione, specializzato in Diritto della sicurezza sul lavoro. Anche per questa ragione, nonostante abbiano ottenuto il raddoppio dei termini di prescrizione, i processi per le morti sul lavoro arrivano faticosamente a sentenza, anche a distanza di molti anni dai fatti.

«Serve una Procura nazionale del lavoro»

«Come avvenuto per il contrasto alle mafie – sottolinea Giordano – sarebbe opportuno costituire una Procura nazionale del lavoro e dell’ambiente, con direzioni distrettuali nei territori e procuratori specializzati in questo tipo di reati. Così facendo si ridurrebbero sensibilmente i tempi delle indagini e, di conseguenza, dei processi».
Un secondo motivo di preoccupazione per chi ha a cuore la sicurezza nei luoghi di lavoro è la frammentazione degli organi ispettivi, tra Ispettorato nazionale del lavoro, Asl, Vigili del Fuoco, Inps e Inail. «Unificare gli organi ispettivi» è la proposta del giudice Giordano, che ricorda come, con le forze attualmente a disposizione, si riesca a controllare «soltanto il 5% delle aziende», con un rapporto di un ispettore ogni 5mila imprese. Ora il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, annuncia l’assunzione di 2.100 ispettori, che andranno a rimpolpare organici da troppo tempo sottodimensionati.

«Gratuito patrocinio alle vittime»

La prima preoccupazione di chi si occupa di infortuni sul lavoro (128.671 quelli denunciati all’Inail soltanto nel primo trimestre di quest’anno, con 185 morti) è la tutela delle vittime e delle loro famiglie. E anche su questo fronte c’è ancora tanto da fare. Chi vuole ottenere giustizia deve sottoporsi a lunghe trafile in tribunale e avere la possibilità di sostenere economicamente la costituzione in giudizio. Un ulteriore fardello caricato sulle spalle di chi sta già soffrendo la perdita di un congiunto.
«Come già previsto per le vittime di violenza sessuale – propone Giordano – si dovrebbe estendere il gratuito patrocinio anche alle vittime degli infortuni sul lavoro. Che sono vittime anche di uno Stato che non ha saputo proteggerle».

«Subito un Patto per la sicurezza»

Della necessità di «superare le frammentazioni e le disomogeneità» parla anche il presidente dell’Inail, Franco Bettoni. «L’Istituto – aggiunge – è pronto a fornire il pieno supporto per elaborare un Patto per la Sicurezza tra governo e parti sociali, anche in previsione della realizzazione degli importanti progetti previsti nel Pnrr». Anche la Filca, il sindacato degli edili della Cisl, rivendica per l’Inail un «ruolo da protagonista», sottolinea il segretario generale aggiunto Enzo Pelle, che chiede l’assunzione, da parte dell’Istituto, di «promotori della prevenzione», oltre a rilanciare la “Patente a punti” per le imprese, storico cavallo di battaglia del sindacato. La proposta della Filca prevede che nei giorni immediatamente successivi l’apertura di un cantiere edile, l’Inail invii i suoi tecnici per certificare la bontà del sistema di sicurezza messo in campo dall’impresa. A fronte di eventuali irregolarità, l’Istituto chiederà di procedere alla regolarizzazione.

«Rivedere il testo unico infortuni»

«Il ruolo dei sindacanti nelle aziende è fondamentale – aggiunge Zoello Forni, presidente dell’Anmil, l’associazione delle vittime del lavoro – perché gli infortuni sono sempre tutti prevedibili ed evitabili, anzi dovrebbe essere valorizzato nell’interesse di tutti, anche della stessa impresa che, in caso di infortuni, ci rimette direttamente. Ma all’indomani di queste tragedie quotidiane nulla riprende come prima per le vittime e per le famiglie che si ritrovano sole, senza un sostegno psicologico neppure per i figli minori, che alla maggiore età perdono addirittura il diritto a qualunque risarcimento. Per questo chiediamo con forza che si ponga mano con urgenza all’intero impianto del testo unico infortuni».