L'inchiesta. Pochi controlli, droga boom. «Nei locali nulla è cambiato»
Fumo, cannabis e sostanze pericolose restano alla portata di tanti ragazzi, spesso minorenni, nei locali italiani
Nulla è cambiato dopo la tragedia di Corinaldo. Non le regole, i controlli, l’attenzione ai minori. Basta un viaggio tra le tendenze e le controtendenze giovanili per capirlo. A quasi due mesi dalla strage alla discoteca 'Lanterna Azzurra' di Corinaldo, durante la quale sono morti cinque minorenni (tre ragazze e due ragazzi) e la madre di una bambina mentre erano in attesa del trapper Sfera Ebbasta, è stato fatto ancora troppo poco. A chiedere più regole sono gli stessi esercenti dei locali, che lamentano «gravi lacune e oggettive carenze della vigente normativa in materia di pubblici spettacoli, caratterizzata da una miriade di norme, ma sprovvista di una univoca disciplina che possa individuare e definire in modo chiaro i confini dell’attività di pubblico spettacolo ed i requisiti di professionalità richiesti agli imprenditori operanti in questo particolare settore».
Cannabis e non solo. «Noi proponiamo la creazione di un disciplina uniforme, efficace e di immediata applicazione – spiega il presidente nazionale di Assointrattenimento, Luciano Zanchi –. Basta con l’improvvisazione, servono imprenditori qualificati che potrebbero essere riuniti e rappresentati in un apposito albo professionale nazionale». Quanto ai momenti di ritrovo per giovani e giovanissimi, si tratta di serate organizzate in modo saltuario (le cosiddette one night ) in locali spesso inadeguati, promosse attraverso il web, con la presenza di ospiti di rilievo e centinaia di ragazzini accalcati in pochi metri quadrati. Il rischio di 'agganciare' il commercio di sostanze stupefacenti all’esterno di questi locali resta alto.
Diffusissimo è l’utilizzo della cannabis ma anche di purple drunk, una miscela di grandi quantità di sciroppo per la tosse a base codeina e bibite dolciastre: una droga facile da ottenere e pericolosissima, che ha già mietuto troppe vittime. E non di rado esaltata anche nelle canzoni. Su un altro versante, quello dei modelli educativi in crisi, nelle discoteche domina la moda dell’ostentazione della ricchezza: i ragazzi fanno spesso a gara per acquistare e farsi portare al tavolo, con stelline e luci, bottiglie costosissime di vini preziosi (o presunti tali), per dimostrare a tutti gli altri la propria superiorità. Un giro di denaro enorme, che porta ad avvicinare alcuni locali da ballo a dei veri night.
Abusi di sostanze. Un panorama diverso è quello offerto dalla musica elettronica e tekno, dal ritmo veloce e martellante, che viene proposta nei festival e soprattutto durante i cosiddetti rave party, in capannoni o in grandi spazi all’aperto, lontani dai centri abitati. Nati negli anni Ottanta (ma attualissimi anche oggi), sono illegali, autogestiti o comunque organizzati senza alcuna autorizzazione e senza il permesso del proprietario degli spazi temporaneamente occupati. L’abuso di sostanze stupefacenti è enorme, in modo particolare di droghe sintetiche come l’ecstasy, in pastigliette decorate da disegni e da colori brillanti: la droga permette di non percepire il sonno, la stanchezza o la fame e non è raro che l’evento inizi a mezzogiorno per concludersi nella tarda mattina successiva.
«Come adulti – osserva Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol, Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità – stiamo abdicando a un reale controllo della situazione. E la tragedia di Corinaldo lo ha dimostrato. Serve una normativa precisa, ancora più stringente per quei locali che ammettono l’ingresso ai minori. Le politiche di controllo, soprattutto quando vengono coinvolti i minori, non sono una forma di proibizionismo, ma una tutela necessaria per le persone più vulnerabili. Magari accompagnate da operazioni culturali pensate realmente per i ragazzi e rispettose del loro processo di crescita».