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Il dossier. Pnrr per la scuola e l'università, risorse per uscire dalla crisi

Redazione Interni martedì 14 maggio 2024

Una lezione in una classe della scuola primaria

Il Pnrr prevede più di 20 miliardi di euro per l’istruzione, destinati ai servizi per l’infanzia, le scuole e l’università. Un’opportunità per dare alla formazione dei giovani un impulso e migliore qualità, con interventi sulle criticità più antiche del sistema educativo, che la pandemia ha accentuato. Ma l’utilizzo in concreto delle risorse finanziarie e lo stato di avanzamento realizzativo delle iniziative al quale è condizionata l’erogazione stessa dei fondi europei, deve essere oggetto di un dibattito pubblico tra le diverse componenti che agiscono nel settore. Anche per questo è stato pubblicato oggi il “focus” “Il PNRR per la scuola e l’università: a che punto siamo?”, che nasce da una collaborazione fra Fondazione Agnelli e Fondazione Astrid. Ne sono autori Andrea Gavosto (direttore della Fondazione Agnelli) e Alberto Zanardi (docente di Scienza delle finanze all’Università di Bologna e nel Comitato Scientifico di Astrid). Il documento definisce un quadro e traccia un bilancio di tutte le misure (13 investimenti e 10 riforme) della Missione 4 Componente 1 (Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università) del PNRR, che nell’insieme dispongono di 19,08 miliardi, più l’investimento sulle “nuove scuole” della Missione 2, con risorse per 1,006 miliardi. Tra i temi trattati, l’edilizia scolastica e il diritto allo studio universitario, per quanto riguarda gli investimenti. Fra le riforme viene approfondita criticamente quella su formazione, reclutamento e carriera dei docenti, senza dubbio la più importante per il futuro della scuola.

Considerando tutte le misure relative all’istruzione, al 31 dicembre 2023 la spesa effettivamente sostenuta è circa il 17% degli stanziamenti, un tasso di avanzamento finanziario più basso di quello dell’insieme del PNRR (22%).

Tra i quesiti che il dossier pone, al governo e agli operatori del settore, anche quello su come garantire una formazione di qualità ai nuovi docenti e integrare quella dei precari, concentrandosi soprattutto sulla didattica, evitando di creare corsie privilegiate a danno dei neolaureati, come riuscire ad assumere i 70.000 docenti nei tempi stabiliti dal nuovo PNRR (metà 2026), visto che i percorsi di abilitazione di fatto devono ancora partire.

“Il PNRR aveva suscitato grandi aspettative nel mondo dell’istruzione – è la sintesi di Andrea Gavosto - sia per gli ingenti investimenti previsti sia per le fondamentali riforme, come la formazione e l’assunzione dei docenti. Da qualche tempo, sullo stato di attuazione del piano è, però, calato il silenzio. L’obiettivo di Astrid e Fondazione Agnelli è tornare a parlare di PNRR, fare un bilancio dei progressi compiuti negli investimenti fin qui e segnalare i rischi di ritardi o di realizzazioni inadeguate di qui al 2026. Anche le riforme più ambiziose, come formazione, orientamento e formazione tecnico professionale hanno in parte cambiato pelle: si tratta di valutare l’efficacia dei nuovi interventi e quanto contribuiscano al miglioramento di scuola e università”.