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L'esperienza. La "ricetta" per salvare le piccole scuole di montagna

Quinto Cappelli, Portico di Romagna (Forlì-Cesena) martedì 19 settembre 2023

Un'immagine delle attività delle pluriclassi dell'Appennino romagnolo

Come si fa a salvare le piccole scuole in montagna, nelle aree interne e nelle zone rurali, spesso composte da pluriclassi? Un progetto pilota arriva da Portico e San Benedetto, un comune di 770 abitanti in tre paesi, sui monti fra Romagna e Toscana. Per salvare la scuola dell’infanzia e la primaria (la scuola media è a Rocca San Casciano, distante 7 chilometri), gli insegnanti e l’intera comunità hanno puntato da tempo ad una didattica tipo quella di don Milani a Barbiana: insegnamento reciproco, uno fa da tutor all’altro alla pari, puntando ai contenuti.

Nel 2019 la svolta: la piccola scuola “Ambrogio Traversari” di Portico diventa capofila di un progetto di gemellaggio fra pluriclassi di piccole scuole di montagna dell’Istituto comprensivo Valle del Montone di Castrocaro Terme e l’omologo di Ventasso-Vetto sulle montagne di Reggio Emilia. L’anno scorso il progetto, approvato e finanziato dalla Regione Emilia Romagna, ha coinvolto gli alunni nella piccola scuola di Portico: 17 nell’infanzia e 17 in due pluriclassi della primaria, in totale 34, di cui 25 figli di immigrati di varie nazionalità, un fenomeno in aumento a livello nazionale.

I risultati della sperimentazione sono stati illustrati nei giorni scorsi, nell’ambito del convegno “Una scuola piccola come un paese e grande come il mondo”, con la partecipazione di esperti del settore, che hanno promosso a pieni voti il progetto, tanto che la Regione Emilia Romagna per quest’anno ha esteso il finanziamento a tutte le 120 pluriclassi della montagna da Rimini a Piacenza.

Con i dati alla mano, insegnanti, dirigenti scolastici, professori universitari di Bologna e il direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna, Stefano Versari, sostengono che «i risultati scolastici di questi studenti non sono inferiori a quelli delle scuole urbane, anzi, sono leggermente superiori». Inoltre, «mantenere le piccole scuole in montagna è importante perché combattono lo spopolamento e l’isolamento, rimanendo indispensabili per la vita delle comunità in montagna».

Per Stefano Versari, già direttore generale del ministero dell’Istruzione nel governo Draghi, «piuttosto che un tempo pieno in più in città, meglio una pluriclasse in più in montagna per l’infanzia e la primaria. Ma questo è un problema politico e culturale, sul quale tutti dobbiamo impegnarci, come dimostra il successo delle scuole rurali francesi». Il progetto è rafforzato da tre interventi politici: un Patto di Comunità fra i quattro Comuni della valle del Montone, firmato da una cinquantina di associazioni del terzo settore; un Patto di Amicizia fra una ventina di Comuni romagnoli e toscani di qua e di là dell’Appennino; la deputata forlivese Rosaria Tassinari si è impegnata a portare in Parlamento un progetto di legge da trasformare in legge.

I dati nazionali? Secondo una ricerca del movimento Piccole scuole dell’Indire, in Italia sono 11.627 le piccole scuole, suddivise tra 2.504 scuole dell’infanzia (19,0%), 7.435 scuole primarie (50,6%) e 1.688 scuole medie (23,3%), con 1.325 pluriclassi, che coinvolgono 648.111 studenti, di cui 45.240 nella scuola dell’infanzia, 529.757 nella scuola primaria e 73.114 nella scuola media. Le regioni col maggior numero di piccole scuole sono Campania (33,9%), Piemonte (28,2%), Lombardia (25,1%), Calabria (32,1%), Sicilia (26,8%). Qualche curiosità? In un paese delle Dolomiti funziona una pluriclasse unica nella scuola primaria con 12 bambini.

La pluriclasse dell'Appennino romagnolo al Salone del libro di Torino - .

Ma il primato della scuola più piccola d’Italia lo detiene Ceresole Reale, un paesino di montagna in provincia di Torino, ai confini con la Francia, con due alunni iscritti alla primaria, seguiti da una maestra di 27 anni, in una pluriclasse al piano terra del municipio. La scuola fornisce ogni servizio, fra cui computer, una lavagna luminosa e, in più, offre una vista meravigliosa sul parco naturale che circonda il paese, con possibilità di lezioni all’aperto, un po’ come avviene anche a Portico di Romagna, paese all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, dove gli alunni si vantano di aver piantato anche il “Bosco del respiro’” iniziativa che ha vinto l’anno scorso un primo premio alla Fiera del Libro di Torino.