Il Pil italiano corretto per gli effetti di calendario è diminuito del 2,4% su base congiunturale e del 5,9% su base annua nel primo trimestre del 2009. La stima preliminare fornita dall'Istat è la peggiore dal 1980, cioè dall'inizio della serie storica, per entrambi i valori. L'istituto di statistica sottolinea anche che il calo già acquisito per quest'anno, se l'andamento del Pil rimarrà invariato nei prossimi trimestri, è pari al 4,6%.Il risultato congiunturale del Pil, sottolinea l'Istat, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto di tre comparti: agricoltura, industria e servizi. Il primo trimestre del 2009 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto sia al trimestre precedente sia al trimestre del 2008. I dati italiani, spiega ancora l'Istat, sono confrontabili con quelli del Regno Unito e degli Stati Uniti. Nel Regno Unito nel primo trimestre il Pil è diminuito in termini congiunturali dell'1,9% e dell'1,6% negli Usa. In termini tendenziali il Pil è sceso del 1,1% nel Regno Unito e del 2,6% negli Stati Uniti. Su base congiunturale l'Istat fa notare che si tratta del quarto calo di seguito: nel secondo trimestre del 2008 si era registrata una diminuzione dello 0,6%, nel terzo dello 0,8% e nel quarto il 2,1%. Una situazione analoga si era verificata tra il '92 e il '93 con sei cali di seguito anche se di minore entità. L'Istat infine evidenzia che la stima preliminare diffusa oggi tiene conto dei nuovi indicatori congiunturali divulgati dallo stesso istituto, il cambiamento dell'anno base e la nuova classificazione Ateco 2007.
Crollo anche nell'Eurozona. Nel primo trimestre 2009 il Pil dei Paesi della zona dell'euro, così come quello dell'Unione europea, ha fatto registrare un calo del 2,5% rispetto al trimestre precedente. Lo rende noto Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, nella stima flash pubblicata oggi. Nel quarto trimestre 2008 il tasso di crescita era calato dell'1,6% nella zona dell'euro e dell'1,5% nell'Ue-27. Su base annua, il calo nel primo trimestre dell'anno è stato del 4,6% nella zona dell'euro e del 4,4% nell'Ue contro una contrazione dell'1,4% in entrambe le zone nel trimestre precedente.