Attualità

Milano. Addio Piero Pirovano, mite gigante che ha sempre difeso la vita

Marco Bertola lunedì 12 settembre 2022

Madre Teresa di Calcutta e Piero Pirovano nel 1979 a Milano per la vita

Una celebrazione piena di vita per un cronista, animatore culturale e politico, protagonista dell’associazionismo cattolico, che alla causa della vita nascente ha dedicato tutto sé stesso, spendendo senza risparmio i suoi talenti comunicativi. Il funerale di Piero Pirovano, morto il 9 settembre a 81 anni, per decenni giornalista di «Avvenire» e tra i fondatori del Movimento per la Vita italiano, ha visto unirsi alla numerosa famiglia una piccola folla di amici nell’antica chiesa di Santa Maria in Calvenzano nella "sua" Vizzolo Predabissi, presenti una delegazione del MpV guidata dalla presidente di FederVita Lombardia Elisabetta Pittino e una rappresentanza del quotidiano dei cattolici. Un rito semplice e commosso, nel quale sono stati ricordati l’impegno instancabile di Pirovano per la promozione della vita e della maternità. Piero non sembrava far più caso ai tanti acciacchi degli ultimi anni, battendosi sui fronti di sempre non appena riusciva a rimettere insieme un po’ di energie. Un testimone della passione capace di muovere una vita intera quando c’è di mezzo la dignità umana. Lascia la testimonianza della dedizione a una chiamata, senza mai tirarsi indietro. (Francesco Ognibene)

Impossibile ricordare Piero Pirovano, mancato sabato 9 settembre a 81 anni, senza riandare con la memoria a quell’immagine che lo ritrae, nel maggio 1979, su un palco al Castello Sforzesco di Milano al fianco di Madre Teresa di Calcutta. Quasi impossibile, del resto, era dialogare con lui senza che venisse fuori il ricordo di quell’incontro: a casa sua la frugale cena con una piccola suora che avrebbe ricevuto il Nobel per la Pace e sarebbe stata proclamata santa. E che, come lui, metteva il diritto alla vita in cima a tutto e considerava l’aborto «il più grande distruttore della pace».

Giornalista (un’intera vita professionale vissuta nella redazione di questo quotidiano), militante politico nella Democrazia Cristiana milanese e consigliere comunale nel suo piccolo comune, promotore di innumerevoli iniziative. Soprattutto, tra i fondatori, con Carlo Casini, del Movimento per la Vita e strenuo promotore e animatore dei Centri di Aiuto alla Vita, che definiva «avamposti per il sostegno concreto alle mamme in difficoltà». Un impegno - possiamo dire una vocazione - che aveva mosso Piero fin dagli anni ’70, e che ne ha contraddistinto l’intera attività, giornalistica, politica e sociale.

Mite e bonario, generoso nell’impegno, sempre pronto alla battuta, diventava un gigante (anche in forza della notevole stazza fisica) solo quando si trattava di difendere la vita nascente, in una chiacchierata tra colleghi, in un’importante sede politica o in un dibattito pubblico, magari in… campo avverso. Ad Avvenire Piero ha lavorato nella redazione Interni ma soprattutto nella Cronaca di Milano, dedicandosi poi ai servizi speciali. Ma c’è un "filo rosso" che percorre l’intera sua presenza professionale, e che è proseguito come impegno anche dopo il pensionamento: la "Pagina Vita" che, con dedizione assoluta, ha curato per innumerevoli anni. Ancora qualche settimana fa, nonostante la salute gli procurasse da tempo seri grattacapi, telefonava in redazione per ricordare l’appuntamento periodico con quella presenza, che a ragione considerava "sua", e per assicurarsi che ci fosse chi se ne prendesse cura. Quasi come una delle piccole creature in nome delle quali si è battuto per decenni su mille fronti; come quei "piedini preziosi", riprodotti in dimensione reale, diventati una spilla da portare sulla giacca, in memoria di tante vite mai sbocciate e monito per chi, allora come oggi, parla di "diritti" ribaltando la realtà e la logica.

«Fedele e coerente nel suo costante impegno», è l’immagine con cui il Movimento per la Vita lo ricorda oggi, sottolineando come abbia dedicato a quella causa «con generosità e umiltà gran parte delle sue risorse intellettuali». C’era una buona battaglia da sostenere, e lui ha combattuto. In prima fila, senza tentennamenti. Se le buone cause hanno bisogno di testimoni credibili lui lo è stato, fino alla fine. Per la vita.

Ci mancherà, Piero, col suo sorriso.