La petizione . «Ripristinare il Comitato per la difesa nonviolenta soppresso da Monti»
La Difesa non è solo armata. Se da più di 50 anni lo Stato riconosce che si può assolvere al dovere costituzionale di difendere la patria anche senza militare nelle Forze armate (prima con gli obiettori di coscienza, adesso con i volontari del servizio civile) allora si investa anche nello studio e nella ricerca di forme di difesa nonviolenta. Una missione affidata al Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri dalla legge sul Servizio civile 230 del 1998, ma che ha avuto vita breve: il decreto attuativo arrivò solo il 18 febbraio 2004, ma già nel 2012, nella stagione dei tagli del governo Monti, cadde sotto la scure tra i cosiddetti "enti inutili", in nome della spending review. Ora - chiedono alcune organizzazioni del mondo pacifista tra cui il coordinamento del servizio civile della Caritas di Roma - è tempo di ripristinarlo. E lanciano una petizione on line.
«Riuniti nella rete romana Le Vie della Nonviolenza - si legge nell'appello delle organizzazioni - nella nostra veste di amici della nonviolenza, operatori di pace, obiettori di coscienza al servizio militare e operatori volontari del Servizio civile universale chiediamo con forza il ripristino del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta, istituto dalla legge 230/98 nel 2004 e soppresso sette anni dopo durante il governo di Mario Monti».
La richiesta arriva volutamente in un momento difficilissimo per le ragioni della pace, cioè dopo un anno di guerra in Ucraina scatenata dall'invasione della Russia, e in una stagione di enormi investimenti di risorse pubbliche nel bilanci della Difesa con l'obiettivo di destinare alle spese militari il 2% del pil. Senza contare l'offerta crescente alle scuole, da parte delle Forze armate se non addirittura da industrie militari, di periodi di alternanza scuola lavoro (Asl), oggi rinominata Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) per svolgere esperienze nelle caserme o con aziende della difesa - in Sicilia perfino corsi nelle scuole tenuti dai marines della base US Navy di Sigonella - per la propaganda della cultura militare e la promozione dell’arruolamento dei volontari. Pratiche avviate da protocollo sottoscritti dai ministeri dell'Istruzione e della Difesa, di recente denunciate dall'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole.
Le organizzazioni pacifiste promotrici dell'iniziative hanno dunque organizzato una raccolta di firme sulla piattaforma Chang.org: «Per la pari dignità alla Difesa Civile Non armata e nonviolenta - è l'appello della rete Le vie della Nonviolenza - invitiamo tutte e tutti a firmare la nostra raccolta firme per chiedere insieme il ripristino immediato del “Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta” quale primo passo verso la costituzione di un Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta così come è nelle attese di larga parte dell’opinione pubblica e della società civile».