Attualità

Roma. L'idea di intitolare il Palazzo dei Congressi dell'Eur a De Gasperi piace a tutti

Maria Pia Garavaglia lunedì 28 ottobre 2024

Il Palazzo dei Congressi dell'Eur, a Roma

In occasione del recupero conservativo del Palazzo dei Congressi dell’Eur, l’Associazione nazionale partigiani cristiani (Anpc) in occasione del settantesimo anno della morte di De Gasperi il 18 settembre, ha lanciato una petizione per raccogliere, nelle intenzioni, almeno 500 firme da presentare in Campidoglio e all’Ente Eur, come proposta di dedicare lo storico edificio ad Alcide De Gasperi. In 48 ore era stata superata la soglia che ci si era augurati. Ad oggi le firme sono oltre 10.000 e riteniamo che siano sufficienti a dimostrare quanto De Gasperi abbia suscitato attenzione. L’assemblea capitolina ha votato alla unanimità una mozione che sostiene la proposta. Si tratta ora di attendere i fatti, tuttavia una riflessione si impone in merito al successo dell'iniziativa, che ha raccolto il consenso di personalità di varia estrazione cultura e di appartenenti ad associazioni sia come singoli che come organismi.

De Gasperi ha suscitato interesse perché anche chi non ha potuto conoscerne la storia approfonditamente ha orecchiato che è stato effettivamente un padre della patria, che ha ricostruito l’Italia e tra i fondatori dell’Europa ( con altri due cattolici, Adenauer e Schumann). Ha integrato nelle istituzioni antichi avversari, portando nel suo primo governo Palmiro Togliatti. Rappresentante di una nazione sconfitta ha saputo con umiltà, ma con grande dignità, ottenere il piano Marshall per la ricostruzione, con una dote di finanziamenti, per farci un’idea, pari circa al recente Pnrr. Cercò la pace interna e internazionale. Il “Pacchetto Alto Adige” ha realizzato una forma di autonomia, ancora oggi un modello. La sua vita personale austera e rigorosa esemplare, dedita alla politica come servizio. Subì e sopportò malevolenze da avversari politici e perfino da ‘amici’ di partito, ma ebbe la visione utopica di costruire il futuro: piano casa, riforma agraria, Cassa del mezzogiorno, sostenne imprese gigantesche, come Eni affidandosi a uomini come Enrico Mattei.

Istituì la Festa nazionale del 25 aprile nel 1946 e mi duole che ancora oggi non sia vissuta con unanime partecipazione perché voluta da un uomo che favorì la pacificazione interna. Ci ha consegnato un grande esempio di rispetto per le istituzioni e per la finanza pubblica in un tempo in cui molti italiani soffrivano ancora la fame non retribuendo la figlia Maria Romana che era sua segretaria, perché non potevano essere a carico dello Stato due stipendi pubblici nella stessa famiglia. Fu esemplare la sua laicità come uomo politico, essendo profondamente credente, opponendosi nientemeno che al Papa, rifiutando la scelta di una lista mascherata di destra per il Campidoglio. Soffrì il rifiuto di una udienza papale in occasione del suo anniversario di nozze. Schiena diritta, visione strategica, in politica estera collocò l’Italia nella Nato. Da statista non pensò alla successiva tornata elettorale, ma alle future generazioni, né festeggiava i risultati raggiunti. Il parlare era mite, senza cedimenti, soprattutto senza volgarità. La dignità di amici e avversari sempre parimenti rispettata. Dedicare un significativo monumento della capitale a questo statista possa essere auspicio di ritrovata voglia di fare politica per servire: il potere come alto servizio alla comunità.