Il caso. Rilasciato il peschereccio italiano sequestrato da una motovedetta libica
Il peschereccio Tramontana
Il motopeschereccio italiano Tramontana, della flotta di Mazara del Vallo, ha lasciato nel tardo pomeriggio il porto di Misurata per rientrare in Italia con tutto l'equipaggio. L'imbarcazione era stata bloccata ieri da un Guardiacoste libico, costretto ad attraccare nel porto nordafricano e sottoposto a un fermo amministrativo. Secondo la Guardia costiera libica stava pescando nel Golfo della Sirte in acque di pertinenza libica. E secondo il colonnello libico Rida Essa, in dichiarazioni riportate oggi dal portale di notizie Libya Observer, "I marittimi non hanno alcun permesso per pescare nelle acque libiche". I libici, lo ricordiamo, hanno da tempo allargato le loro acque di esclusiva pertinenza economica senza però un riconoscimento internazionale, creando seri problemi ai pescatori italiani.
Comunque "l'immediato e coordinato intervento della Presidenza del Consiglio, del Ministero degli Esteri e dell'Ambasciata d'Italia a Tripoli con il Governo di accordo nazionale di Tripoli e con le autorità locali di Misurata ha consentito di raggiungere rapidamente una positiva conclusione di una vicenda che rischiava seriamente di complicarsi", si legge in una nota di Palazzo Chigi.
La cronaca
Un peschereccio italiano è stato sequestrato nel pomeriggio di martedì 23 luglio da una motovedetta libica al largo del porto di Misurata. Il natante, della marineria di Mazara del Vallo, è il peschereccio "Tramontana" si trovava nell'area insieme ad altre imbarcazioni quando è stato abbordato da un'unità libica e alcuni militari della Guardia costiera sono saliti a bordo prendendo il controllo e costringendo il capitano a fare rotta verso Misurata. L'equipaggio è formato da 7 marinai: 5 mazaresi e due tunisini. Al momento dell'abbordaggio, da quanto si sa, il Tramontana non stava pescando ma stava dirigendosi verso Licata.
La notizia del sequestro è circolata rapidamente grazie al comandante di un altra imbarcazione che stava pescando nella stessa zona e che ora sta rientrando in Sicilia.
Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha subito dato istruzioni all'ambasciatore d'Italia, Giuseppe Buccino, di adoperarsi prontamente per il suo rilascio. Secondo la Farnesina non risultano comunicazioni ufficiali dalla Libia. Si ritiene quindi che il sequestro sia legato in qualche modo alle attività di pesca in una zona considerata ad alto rischio e sconsigliata dal Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti e delle infrastrutture.