Attualità

INTERVISTA. Perego: «Sulla sanatoria serve più chiarezza»

Paolo Lambruschi lunedì 1 ottobre 2012
Serve grande attenzione sia sulle procedure di regolarizzazione dei lavoratori in nero come su quello che accadrà in tutta Italia a partire dal 15 ottobre, quando l’ultimo modulo verrà consegnato e comincerà l’esame agli sportelli immigrazione. È necessario per rispettare i criteri di equità e giustizia e per evitare il ripetersi degli errori e le storture delle precedenti sanatorie, come la fuga dei migranti dalla regolarità una volta ottenuto il permesso, per ripiombare nel sommerso. Lo chiede monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes.Come valuta la sanatoria?Con favore, perché l’emersione dal lavoro nero costituisce una opportunità per il rispetto della dignità e dei diritti dei migranti che lavorano in nero e sono quindi svantaggiati. Occorre però evitare che restino penalizzati in una operazione che favorisce i datori di lavoro, imprese e famiglie per i lavoratori domestici, cui è garantita l’immunità per l’autodenuncia e lo Stato che fa comunque cassa. Invece non sappiamo cosa succederà ai lavoratori che autodenunciano alle autorità la propria irregolarità, chiediamo che venga spiegato.Cosa la preoccupa?Diversi aspetti del tema integrazione e emersione. In primo luogo per quanto concerne il decreto sulla regolarizzazione dei lavoratori immigrati, chiediamo che si eviti la discrezionalità dei criteri per le procedure tra regione e regione. Mi riferisco in particolare agli sportelli unici per l’immigrazione che dovranno valutare i documenti che attestano la presenza in Italia prima del 31 dicembre scorso. Occorre che vengano specificati bene i criteri di valutazione e soprattutto chiarire cosa si intende per organismo pubblico. Spero che presto, come ha promesso nei giorni scorsi il prefetto Morcone, venga fatta chiarezza dal governo. Personalmente condivido le proposte dello stesso prefetto: i money transfer o i documenti di viaggio possono comprovare la presenza di un irregolare perché emessi da organismi che svolgono una funzione pubblica. Per mandare i soldi a casa serve un documento di identificazione valido. In secondo luogo ci preoccupa il dopo sanatoria.Per quale ragione?I dati ci dicono che delle 300mila badanti regolarizzate nel 2009 nessuna è più iscritta all’Inps. Una fuga dovuta al licenziamento dopo la regolarizzazione e al ritorno nel lavoro domestico in nero. Rispetto al passato, dal 15 ottobre avremo in vigore norme che puniscono  lo sfruttamento lavorativo anche con la detenzione nel caso della tratta o della schiavitù, ma occorre vigilare per evitare che si ripresentino situazioni di illegalità.