LE RISORSE PER IL LAVORO. Per esodati e cassintegrati 1,2 miliardi
Meno scontata era la misura per la salvaguardia di un’altra quota dei lavoratori rimasti senza pensione, già annunciata dal governo ma attesa per i prossimi mesi. Un’accelerazione su cui ha giocato probabilmente l’insistenza del Pd per allargare il menù degli interventi, al di là del piatto forte dell’Imu prima casa. «Misure utili », le definisce la Cgil, che lasciano però «irrisolti» entrambi i problemi.
A illustrare questi provvedimenti è stato in conferenza stampa il ministro Enrico Giovannini, che ha sottolineato come il governo abbia stanziato complessivamente dal suo insediamento 3,7 miliardi per il settore lavoro. Il rifinanziamento della Cig da 500 milioni previsto dal decreto di ieri, ha spiegato, si aggiunge al miliardo già erogato a maggio e consente di arrivare a uno stanziamento totale pari a quello del 2012. Lo stesso Giovannini riconosce che potrebbe non bastare, dato che quest’anno la crisi dell’occupazione ha registrato un’ulteriore e sensibile impennata. E rinvia ai prossimi mesi nuovi interventi per far fronte alle eventuali esigenze aggiuntive.
Per quanto riguarda gli esodati il ministro del Lavoro parla di quarta salvaguardia, a beneficio di una categoria di persone in «situazione di particolare disagio», dopo quelle messe in campo dal governo Monti che hanno messo in sicurezza 130mila lavoratori. Il nuovo paracadute riguarda coloro che sono stati licenziati individualmente tra il 2009 e il 2011 e che avrebbero dovuto andare in pensione con le vecchie regole entro il dicembre 2014 ma sono rimasti spiazzati dalla riforma Fornero. Con questo decreto potranno avvalersi della normativa pre-Fornero, con un costo aggiuntivo per le casse previdenziali coperto dallo Stato.
Si tratta appunto di una dote da 700 milioni di euro complessivi da stanziare fino al 2017. Anche questo provvedimento non chiude il caso e Giovannini rinvia al Parlamento la discussione per intervenire sugli altri esodati rimasti ancora senza tutela. Sull’insufficienza di queste misure insiste la Cgil sottolineando che le risorse messe in campo sono «esigue» e lasciano «irrisolti» tanto il nodo della Cig in deroga che quello degli esodati.
Ma soprattutto i sindacati temono che con la cancellazione dell’Imu 2013 per il rilancio dell’occupazione restino solo le briciole. «L’urgenza fiscale non era l’Imu – incalza ancora la Cgil – ma il taglio delle tasse sul lavoro». E il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, perplesso sulla nuova service tax, ricorda che il sindacato chiedeva una soluzione diversa, utile a recuperare risorse da destinare agli sgravi su stipendi e pensioni. Ieri mattina i tre segretari confederali Camusso, Bonanni e Angeletti hanno incontrato il leader di Confindustria Giorgio Squinzi per fare il punto della situazione in vista dei prossimi passaggi dell’attività di governo. Serve una «vera riduzione delle tasse sul lavoro», sottolinea dalla Uil Angeletti e ora, chiuso o quasi il caso Imu, le parti sociali puntano a fare fronte comune.