People. L’Italia antirazzista scende in piazza a Milano. «Siamo 200mila»
L’Italia? Non è razzista, e non lo sono neanche gli italiani. “Ma questo governo lo è, eccome”. Amadou non vuole dire altro, ma la sua espressione dice tutto; 32 anni, proveniente dal Senegal, vive qui da sette anni e dice di essersi integrato bene, anche se vuole migliorare il suo italiano. È arrivato a Milano da Pavia, dove lavora come netturbino, con la sezione provinciale dell’Anpi (l’associazione dei Partigiani): tutti insieme al corteo “People. Prima le persone”, che ha sfilato nel pomeriggio nel centro di Milano.
Quando la testa del corteo è arrivata in piazza Duomo, la coda non si era ancora mossa dal punto di partenza, Porta Venezia: “siamo oltre 200mila” hanno esultato dal palco gli organizzatori della manifestazione. Secondo le stime più prudenti, sarebbero la metà le persone scese in corteo per chiedere un Paese “senza discriminazioni, senza muri, senza barriere”, come voleva l’appello lanciato dalle 30 organizzazioni che hanno promosso l'appuntamento milanese.
LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL RAZZISMO A MILANO
Oltre ad Amadou, sono tantissimi i giovani africani venuti a manifestare con le varie associazioni che li hanno accolti e con cui stanno lavorando o imparando l’italiano. È il caso di Rosemarie, nigeriana, 32 anni anche lei, che ha marciato insieme ad altre venti ragazze africane e altrettanti volontari della fondazione Progetto Arca; di Mohamed, 27 anni, richiedente asilo, proveniente dal Benin, da tre anni qui, giunto con i ragazzi di Action Aid o di Nouru, 25, del Burkina Faso, che insieme una quarantina di africani avanza con lo striscione della Comunità di Sant’Egidio. “No, l’Italia non è razzista”, ripetono tutti, ciascuno con una storia certo non facile alle spalle che non ha voglia di raccontare. E d’altronde non era neanche il contesto giusto: quello di oggi è stato soprattutto un giorno di festa, tra balli e canti, una manifestazione per ribadire: noi ci siamo, sulle note di “People have the power”, la celebre canzone di Patti Smith che in quasi 40 anni è diventato “l’inno” di manifestazioni come questa.
Presenti molti esponenti del centrosinistra, a partire dal sindaco Giuseppe Sala, che in piazza Duomo ha ringraziato i manifestanti: “Voi siete una poderosa testimonianza politica che l’Italia non è solo il Paese che viene descritto. Da qui, da Milano può ripartire un'idea diversa di Italia". Gli ha fatto eco il segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “Questa piazza non è per mandare un messaggio a Matteo Salvini, ma al Paese. C’è un paese che chiede di partecipare e di cambiare le politiche economiche”. Anche per lui “questa piazza va oltre la sinistra è una piazza che chiede l'unità sociale per riconoscere il lavoro come fondamento di questo Paese”. E hanno sfilato insieme i candidati alle primarie del Pd, Nicola Zingaretti e Maurizio Martina. “Abbiamo bisogno delle persone e di tornare alle persone” ha detto il primo: per lui è da manifestazioni come questa che va “ricostruita la sinistra”. E a chi le chiesto un commento sulle politiche di Salvini, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini evita di rispondere perché “non voglio rovinare questa giornata. Questa piazza merita il meglio, c’è un’Italia che ama essere aperta”.