Limare gli ultimi dettagli per cambiare la manovra. E, tra le possibili modifiche, si fa strada l’idea di rinunciare al contributo di solidarietà, che tante polemiche ha suscitato, sostituendolo con l’aumento di un punto percentuale dell’Iva per tutte le aliquote. La vigilia dell’arrivo del testo in commissione al Senato ha, per i leader di maggioranza e opposi- zione, lo stesso programma: incontrare i più stretti collaboratori per arrivare oggi all’avvio dell’iter parlamentare con controproposte condivise nei rispettivi partiti e alleanze. La questione sul tavolo, soprattutto nel Pdl e nella Lega, è ancora l’incognita pensioni. I due partiti, difatti, non trovano altri punti di contatto di quelli già raggiunti nel decreto del 13 agosto. E il clima è ancor più incandescente dopo la presa di distanza di Berlusconi dalle frasi secessionistiche del senatur. Al mattino è la sede di via Bellerio ad animarsi con i colonnelli del Carroccio. Due ore a porte chiuse per arrivare a fissare, senza colpi di scena, i tre punti fermi della Lega: niente ritocchi alle pensioni, meno tagli agli enti locali e maggiore incisività nella lotta all’evasione. Non sono quelli che forse la gran parte del governo si aspetta, ma Bossi deve ridare fiducia alla sua base; così, per riconquistare consensi, non intende smuoversi dai cavalli di battaglia della Lega. È però il ministro Roberto Calderoli, a spiegare la sintesi delle diverse anime del partito. Primo paletto: le norme sulla previdenza «sono idonee e non suscettibili di modifica». Insomma, l’intesa raggiunta tra Bossi e Berlusconi ad inizio mese non si tocca, perché «tagliare sulle pensioni significa intervenire sulla povera gente». Ma è appunto il nodo previdenza a riaccendere i malumori con il Pdl. L’irremovibilità della Lega, tuttavia, non piace al Pdl. Il ministro Ignazio La Russa bolla, con diplomazia, il no di Bossi alle pensioni come una decisione «non producente, ma che va rispettata». Le pensioni sono un intervento «ineludibile », gli fa eco il responsabile dei senatori Maurizio Gasparri: «Rispetto le opinioni della Lega, ma bisogna agire». Il secondo punto bossiano non è meno d’effetto: ridimensionare l’intervento sulle autonomie locali. Qui il leader del Carroccio deve contenere la protesta interna degli enti locali, una mobilitazione capeggiata dal sindaco di Verona Flavio Tosi (il quale, attaccato dal ministro per la Semplificazione, replica con un secco «non servono polemiche interne») e dal governatore piemontese Roberto Cota («la Lega è al lavoro per difendere i piccoli Comuni», dice dopo aver incontrato l’Anci). Il tema, comunque, è caro soprattutto a Maroni, e insieme a lui, Calderoli lavorerà ad una bozza che confluirà nel maxi-emendamento da presentare la prossima settimana. Il terzo step leghista, infine, è «una proposta incisiva ed equa per sconfiggere la grande evasione fiscale» e reperire risorse per lo sviluppo del Paese. Anche per le opposizioni è giornata di confronto interno per arrivare in commissione con idee chiare. Ma il messaggio che esce dal summit dell’Udc è un invito palese e forte per il premier: Berlusconi si sleghi «dai ricatti» di Bossi e «troverà voti». Se, dunque, il premier proporrà in Parlamento «misure serie ed equilibrate, troverà anche i voti necessari per approvare il decreto». L’apertura di Casini ha come contropartita miglioramenti in manovra a favore delle famiglie, del ceto medio e delle fasce più deboli. Anche i democratici oggi arriveranno a Palazzo Madama con un piano d’azione ben preciso, rifinito ieri fino a tardo pomeriggio. Una contromanovra che «servirà come terapia d’urto», dice il segretario Bersani sull’evasione fiscale, sulla pubblica amministrazione, sui grandi patrimoni. Da un lato, secondo il Pd che oggi pomeriggio presenterà nei dettagli i propri emendamenti, serve un «contributo di solidarietà per i condonati », più che per i tassati. Dall’altro, poi, non ha senso tutta la discussione «curiosa » sulle pensioni, che non possono essere usate «per tappare il buco del giorno». Calderoli: la previdenza non si tocca, meno tagli a Comuni e Regioni. Bersani incontra i suoi e spiega le correzioni alla manovra che oggi inizia l’iter al Senato