Attualità

LE MUSURE ANTI CRISI. Pensioni d’anzianità, Tremonti ora riflette

Eugenio Fatigante martedì 9 agosto 2011
Resta in progress l’accelerazione impressa dal governo Berlusconi alle misure anti-crisi, dopo i richiami ricevuti dall’Europa "che conta". Oltre all’informativa che terrà giovedì alla Camera sul pareggio di bilancio in Costituzione, il ministro dell’Economia e i suoi tecnici sono al lavoro sulle ipotesi di nuove misure da mettere in campo, se la situazione lo dovesse richiedere nei prossimi giorni. Le carte saranno scoperte tra domani, quando il governo - forse con Berlusconi assente - tornerà a incontrare banche, imprese e sindacati (alle quali non sarebbe stato inviato ancora alcun documento di approfondimento, dopo la conferenza stampa dell’esecutivo di venerdì sera), e giovedì.Al momento non è previsto un Consiglio dei ministri straordinario in settimana. Il Tesoro, tuttavia, ha già preso contatto con il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, per sondare cosa si può fare nel campo previdenziale. Così come è stato allertato Attilio Befera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, per valutare la sforbiciata da dare all’assistenza e, in particolare, alle pensioni d’invalidità. Nel mirino potrebbero finire anche quelle che finora sono state un tabù: le pensioni di anzianità, per le quali si potrebbe profilare un blocco per 12 o per 18 mesi. Lo stesso Berlusconi vorrebbe provarci stavolta, ma teme la reazione della Lega (oltre ai sindacati).C’è poco da fare: a ogni manovra, il comparto che offre le maggiori garanzie di incassi certi in tempi rapidi resta sempre la previdenza. Anche l’età pensionabile delle donne (il cui allungamento a 65 anni è già previsto dalla manovra di luglio) potrebbe vedere un’accelerazione repentina già dal 2012. È ampio lo spettro degli interventi allo studio: e, secondo quanto si apprende, i tecnici del governo starebbero recuperando in queste ore molte delle misure drastiche che avevano già messo a punto nella manovra approvata a luglio, ma che poi erano state "ammorbidite" e diluite nel tempo oppure del tutto scartate. Si sta valutando anche l’ulteriore anticipo di un anno, dal 2013 al 2012, della riforma del 2010 che aggancia l’età pensionabile alle aspettative di vita. Un’altra delle misure che sarebbero state riconsiderate è quella dell’allineamento della contribuzione tra i lavoratori dipendenti e i collaboratori parasubordinati: per questi ultimi è oggi al 26%, livello che potrebbe essere portato fino al 33%. Si tratta di una misura non facile da mettere in campo, ma che se attuata potrebbe portare in cassa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro l’anno. Tornando al capitolo delle pensioni di anzianità, oltre a un loro blocco si pensa a un innalzamento dei requisiti: la quota che somma l’età anagrafica agli anni di contribuzione potrebbe essere portata in un sol colpo, nel 2013, da 97 a 100. Per la Cgil si tratta però di «misure da respingere, non si può colpire ancora una volta pensioni e assistenza».Intanto, obiettivo delle parti sociali resta quello di presentarsi al tavolo, domani alle 17, difendendo la coesione dell’ampia alleanza con cui hanno incalzato il governo nelle ultime due settimane. Così, una mina da disinnescare è la decisione del governo di lavorare sullo "Statuto dei lavori", sostenuto dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e bollato dalla Cgil come «una provocazione per dividere». È anche per far chiarezza su questo punto che le parti chiederanno di conoscere la lettera inviata all’Italia da Trichet e da Draghi, che avrebbero accennato anche a flessibilità e sostegno ai giovani nel mercato del lavoro.