Attualità

Strade. Già 277 pedoni uccisi da inizio anno. Sono soprattutto anziani e sulle strisce

Maria Gomiero lunedì 9 settembre 2024

Le strisce pedonali a Milano dove, nel 2023, ha perso la vita un uomo di 48 anni investito e ucciso da un autobus

Più di un morto al giorno, uno ogni 22 ore. Dove? Molto spesso sulle strisce pedonali. Dall’inizio del 2024 in Italia i pedoni vittime di incidenti stradali sono 277. Il record negativo degli ultimi 5 anni si è registrato nel mese più breve, febbraio, in cui si sono registrati 42 decessi. I dati sono stati diffusi dall’Osservatorio Asaps, l'Associazione degli amici della Polizia stradale.

Solo nell’ultima settimana ci sono stati 10 incidenti fatali. A essere più a rischio sono gli anziani: nel 2023 il 60% dei pedoni uccisi aveva più di 65 anni. Questi dati, aggiornati in tempo reale, sono sottostimati perché non conteggiano i decessi che avvengono più di trenta giorni dopo gli incidenti, anche se la morte della persona investita è dovuti alle conseguenze dell'impatto.

Il numero più alto di decessi si registra in Lombardia (46), seguita da Lazio (35) e Campania (34).

A questo fenomeno si unisce quello dei ciclisti che sono vittime di incidenti stradali. La regione con il tasso più alto di mortalità è anche in questo caso la Lombardia (25 morti), stando ai dati messi a disposizione dall’Osservatorio Ciclisti Asaps.

L’anno scorso a morire sul sellino sono state 212 persone, mentre nel 2024, fino a ora, se ne contano già 136. Anche in questo caso nei primissimi mesi si è registrato il numero più alto di decessi degli ultimi sei anni: a gennaio ci sono state addirittura 18 vittime. Bisogna tenere però conto che nel 2018 i morti erano stati ben 612, nel 2023 invece 485. L'aumento di questi ultimi mesi, dunque, va inquadrato in una tendenza sul lungo periodo che mostra una diminuzione degli incidenti fatali, anche se la situazione è ben lontana dall’essere accettabile.

Ad aggravare il quadro c'è il fatto che, come detto, la maggior parte degli incidenti avviene sulle strisce pedonali all’interno dei centri urbani. Da qualche anno inoltre si devono conteggiare anche gli incidenti che coinvolgono gli utenti di monopattini elettrici, da ultimo quello che ha riguardato una ragazza a Foggia con tragiche conseguenze. Gli incidenti stradali con lesioni a persone che hanno coinvolto almeno un monopattino elettrico sono stati 2.929 nel 2022. In quasi tutti i casi sono state riportate lesioni dai conducenti e dai passeggeri.

La sicurezza stradale è sempre una responsabilità condivisa che richiede attenzione costante. Una delle possibili soluzioni per ridurre indicenti e morti può essere l'introduzione del limite di velocità di 30 km all’ora, la discussa “zona 30”. Secondo uno studio della Fondazione per la prevenzione degli incidenti Bpa di Berna, il rischio per un pedone di venire ucciso dall’impatto con un veicolo che viaggia a 50 km all’ora è 6 volte maggiore rispetto al caso in cui la velocità è di 30 km all'ora. Le sperimentazioni in Europa negli anni hanno portato risultati positivi sotto questo aspetto, ma ci sono ancora dubbi sull'impatto ambientale che questa misura può portare.

A Graz, in Austria, il limite dei 30km nelle zone urbane risale al 1992, il numero di incidenti con feriti gravi è del 24% rispetto al totale del Paese. A Helsinki, nell’anno in cui è stato adottato il limite dei 30 all'ora, il 2019, non si è registrato neanche un decesso tra ciclisti e pedoni. Anche a Bruxelles, ce ha la "zona 30" dal 2021, i dati sui pedoni uccisi sono stati i più bassi degli ultimi vent’anni. Non bastano però solo limiti: bisogna infatti che anche la viabilità sia riorganizzata, sia per non congestionare la circolazione, sia per implementare la segnaletica dei passaggi pedonali.