Alla fine, dopo sei ore di dibattito, di tensione sfiorata su emendamenti, poi ritirati, e di alzate di mano sui tre documenti, entrambe le tifoserie cantano vittoria. In realtà il nodo della registrazione sarà chiarito solo al tavolo delle regole con alleati e candidati; ma oggi Pier Luigi Bersani è riuscito a tenere unito il Pd, frenando i pasdaran e al tempo stesso difendendo la necessità delle nuove regole. "Se facciamo bene le primarie, non ci ammazza più nessuno", è la convinzione del segretario, al quale Matteo Renzi, dalla Puglia, tende la mano assicurando: "Mi fido di Bersani". Il leader del Pd, che oggi ha ricevuto il sostegno di Carlo De Benedetti, pronto a votarlo alle primarie, nega che il partito "sia in crisi di nervi"; e anche Rosy Bindi si sbraccia a dire che "non siamo una nomenklatura chiusa in un fortino". Ma tra i 612 delegati, arrivati all'Hotel Ergife per assicurare il numero legale che consenta la partecipazione alle primarie di Matteo Renzi, convitato di pietra della riunione, la tensione è palpabile. Anche i leader sono nervosi. Il rischio che l'assemblea degeneri in caos è dietro l'angolo e così, anche uno che non ama l'enfasi come Bersani, avverte che "oggi abbiamo su di noi gli occhi di osservatori politici e economici europei perchè dalla nostra serietà arriveranno segni sulle prospettive dell'Italia". Sulla necessità di regole che evitino di trasformare le primarie in un caravanserraglio o peggio che siano inquinate, tutti i big sono d'accordo. Anche perchè, alza la voce Bersani rintuzzando il rottamatore, "l'unica regola esistente che si cambia in corso d'opera" è quella per permettere la partecipazione a Renzi. Nel documento, approvato all'unanimità, si stabilisce che ci sarà il doppio turno e l'iscrizione all'albo degli elettori che sottoscriveranno un appello per il centrosinistra. Si chiarisce che la registrazione potrà avvenire dal 21/mo giorno precedente le primarie fino alla domenica del primo turno. Fin qui il testo scritto ma durante l'assemblea si è sfiorato lo scontro per un emendamento, a firma di esponenti ulivisti e bindiani, chechiedeva di precisare che la registrazione dovesse avvenire "in un sede diversa dai gazebo del primo turno". Una "dichiarazione di guerra" per i renziani consapevoli però del rischio che l'emendamento passasse visto che i numeri dell'assemblea sono a favore dei sostenitori di Bersani. Tocca al segretario evitare la rottura,chiedendo di ritirare gli emendamenti invisi a Renzi, perchè "i documenti presentati parlano già chiaro" e perchè, con il mandato che riceverà dall'assemblea, si discuterà con la coalizione (Sel, Psi) al tavolo sulle regole. Gli emendamenti sono ritirati. Ma a questo punto comincia la selva di interpretazioni con Roberto Reggi, capo della campagna di Renzi, che canta vittoria perchè "da oggi diamo per scontato che ci si potrà registrare al gazebo e si potrà votare anche solo al secondo turno". Niente di tutto ciò per Rosy Bindi e per il responsabile Organizzazione Nico Stumpo per i quali "le iscrizioni si fermeranno la domenica del primo turno" e "registrazione e voto saranno due operazioni distinte". I due duellanti preferiscono però vedere oggi il bicchiere mezzo pieno. "Oggi è stato fatto un capolavoro di democrazia", è il sospiro di sollievo di Bersani. E Renzi, a distanza, garantisce fiducia nel segretario: '"Dicono che non saranno fatte leggi ad personam e io ci credo, non è questa una giornata in cui voglio fare polemica".