Migranti. Patto Ue-Turchia, primo anniversario
E' passato un anno dall’accordo siglato dall’Unione europea con la Turchia. Un patto che, sin dalla sua prima bozza, ha sollevato critiche e continua ancora oggi a far discutere.
Save the Children denuncia l’aumento allarmante dei casi di autolesionismo, aggressività e depressione tra i bambini migranti e rifugiati trattenuti sulle isole greche, circa 13.200 richiedenti asilo - tra cui 5mila bambini - in condizioni disumane. «L’accordo Ue-Turchia avrebbe dovuto bloccare il flusso dei migranti considerati irregolari verso la Grecia, ma a quale prezzo?», denuncia Andreas Ring, Rappresentante di Save the Children in Grecia.
L’accordo siglato un anno fa prevede da parte della Turchia l’impegno a pattugliare le coste dell’Egeo e a riportare sul proprio suolo i migranti fermati nel tentativo di raggiungere l’area Schengen; l’Europa prometteva ad Ankara l’abolizione dei visti per i cittadini turchi, la riapertura dei capitoli negoziali per l’ingresso nell’Unione e 6 miliardi di euro da investire in progetti di accoglienza e integrazione per i rifugiati.
L’accordo ha di fatto chiuso anche la rotta balcanica dei migranti. A 12 mesi dall’accordo, la Ue rileva che gli arrivi in Grecia sono calati del 97%. Dal picco di circa 10mila arrivi al giorno nell’ottobre 2015, la media attuale è di soli 43. Su base annuale, dai 988.703 dei 12 mesi precedenti ai 27.711 di quelli successivi. Anche le perdite di vite umane si sono ridotte di pari passo, dalle 1.145 dell’anno precedente l’accordo alle 80 degli ultimi 12 mesi nell’Egeo.
Accompagnato da misure di sostegno alla Grecia, l’accordo ha fatto in modo che negli hotspot in Grecia si sia passati da un tasso di registrazione dell’8% nell’anno precedente, al 100% dell’anno appena trascorso. I ritorni verso la Turchia sono stati 1.504 e le relocation 9.383.
"L'accordo tra Turchia e Unione europea ha portato a una situazione in cui i più basilari diritti umani dei migranti vengono negati ogni giorno - afferma Elisa Bacciotti, direttrice di Oxfam
Italia - Si tratta di un accordo che costituisce un precedente pericoloso perché - come sta già avvenendo - potrebbe portare altri paesi a sottrarsi dall'obbligo di garantire protezione internazionale e accoglienza a chi è in cerca di una vita dignitosa in Europa".