Le reazioni. Patto per la natalità, il sostegno dei movimenti cattolici
Da diversi movimenti cattolici giunge il sostegno al Patto per la natalità promosso dal Forum delle Associazioni Familiari. Per il presidente del Movimento per la vita (Mpv) Gian Luigi Gigli, «sostenere la natalità, preoccuparsi di genitori che rischiano la povertà pur di dare all'Italia nuovi cittadini e di trasmettere educazione e conoscenza, dovrebbe essere l'unica, vera priorità di tutte le forze politiche nella nuova legislatura, per garantire anzitutto giustizia sociale, per riprendere un processo di sviluppo economico e per evitare l'implosione del sistema previdenziale e sanitario».
Gigli parla di «un'Italia invecchiata, ripiegata su se stessa, sempre più ammalata di individualismo e di egoismo; un'Italia che avrebbe disperatamente bisognoso di politiche familiari, di educazione e di valori e si preoccupa invece solo di diritti civili, di pillole abortive e di come anticipare la fine di chi è diventato di peso».
«Siamo nel pieno di una campagna elettorale che dura di fatto da mesi e che si sta occupando di tutto tranne che dei veri interessi dei cittadini e del Paese. In questo contesto ritengo sia una battaglia di civiltà quella intrapresa con la presentazione di un Patto per la natalità: un tema di cui nessuno parla e che invece è una questione nodale per la difesa degli interessi del Paese e delle famiglie»: così il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl), Carlo Costalli, ha commentato l'iniziativa del Forum delle Associazioni Familiari presentata questa mattina alla stampa. «La denatalità che ha colpito il Paese - complice una politica miope e colpevolmente disattenta agli interessi delle famiglie - ha assunto aspetti drammatici, se si pensa che appena nel 1965 nascevano in Italia un milione di bambini l'anno, mentre oggi siamo ridotti ad appena 500mila nascite l'anno. Un calo demografico che non può non avere ripercussioni pesanti anche nel nostro sistema di welfare», ha continuato il leader del Mcl. «Nascondere sotto il tappeto un tema così dirimente per il nostro futuro significa non avere un progetto reale per la ripresa del sistema Italia, non preoccuparsi di come far fronte ai costi sociali di un Paese che invecchia, di come risanare un Pil che ci strangola». «Servono serie politiche sociali ed economiche che rilancino la natalità, e scongiurino il pericolo di povertà delle famiglie italiane. I bambini sono il nostro futuro: non capirlo significa non saper rispondere responsabilmente», ha concluso Costalli.
«L'Italia sta morendo di vecchiaia ed è nostro compito fare subito quanto in nostro potere per ridare speranza ai nostri giovani. Aiutandoli a formare una famiglia, come dispone la nostra Carta costituzionale. Mi auguro che tutti i candidati alle prossime elezioni politiche leggano l'ultimo rapporto Istat sugli indicatori demografici, nel quale si sancisce l'ennesimo record negativo sia di nascite, che di matrimoni». Questo il parere di Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23), in merito al dibattito politico sulla proposta di un Patto la natalità lanciata stamane dal Forum delle Famiglie. Chiediamo un sostegno economico alla mamme per i primi tre anni di vita del bambino. Riteniamo che questo debba essere il primo punto del prossimo governo».
«Siamo anche noi per un Patto per la famiglia e la natalità. Per questo condividiamo le raccomandazioni espresse oggi dal Forum delle Associazioni familiari perché sia data priorità dalle istituzioni e dalla politica al tema della natalità». Lo sottolinea la segretaria Confederale della Cisl Giovanna Ventura. «La Cisl continua a sostenere l’importanza di politiche che supportino concretamente le famiglie e agevolino la scelta di generare, crescere ed educare i figli perché questo non rappresenta un importante evento solo privato, ma un fattore decisivo per lo sviluppo economico, la crescita sociale,il rinnovamento culturale, l’arricchimento e la rivitalizzazione dell’intera società. I costi dei figli pertanto non possono essere solo a carico delle famiglie, né è sufficiente quanto fatto per superare le evidenti condizioni negative che sia nella società che nel lavoro rendono difficile quando non impossibile mettere al mondo e crescere i propri figli. L’invecchiamento della popolazione e le sue negative ripercussioni sono d’altra parte un richiamo forte di attenzione per la politica perché metta in campo un impegno straordinario che possa incidere sulle dinamiche demografiche caratterizzate dalle “culle vuote”. Riaffermiamo che va fatto un investimento su una tastiera di misure coordinate, mirate e strutturali di natura fiscale e di trasferimenti monetari, di conciliazione famiglia/lavoro fondate sulla contrattazione, di servizi per l’infanzia e l’adolescenza se si vuole realmente avviare questa inversione di tendenza. La Cisl su questi temi ha già avanzato delle specifiche proposte ed è pronta ad un confronto perché consapevole che soltanto una ampia convergenza di tutte le istituzioni e le forze sociali può generare un Paese più dinamico e inclusivo».
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