«Ho visto responsabilità. È il momento di dare forza al governo nella partita che si gioca all’interno della Ue e la maggioranza è pronta». Mario Monti quando è già buio riassume con una manciata di parole il "faccia a faccia" con Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini e Pier Luigi Bersani andato in onda a Palazzo Chigi all’ora di pranzo. Non va oltre il premier. Non si sofferma sugli irrigidimenti che ancora permangono sul tema liberalizzazioni. E non affronta - nemmeno con i collaboratori più stretti – il capitolo riforma elettorale su cui invece hanno cominciato a confrontarsi sul serio Pdl, Pd e Terzo polo. Il premier oggi ha solo una priorità: la crisi e le scelte che la Ue dovrà compiere per provare a superarla. È un confronto lungo quello con le forze politiche. Quasi duecento minuti che, alla fine, Casini sintetizza scommettendo su una «mozione di unità nazionale per dare forza a Monti» perché «quando la casa brucia, bisogna spegnere l’incendio». Cresce la volontà di dare forza all’Italia nella trattativa europea. Monti ascolta i leader della maggioranza e li invita a preparare un testo «forte nei contenuti, ma non impegnativo per il governo». Perché in Europa ci sarà da trattare e l’auspicio del premier è che i partiti gli diano forza, ma gli lascino le mani libere. Dicevamo dei contenuti. Nelle bozze che in queste ultime ore stanno mettendo a punto Franco Frattini (Pdl), Sandro Gozzi (Pd) e Rocco Buttiglione (Terzo polo) ci sono però indicazioni chiare. Si chiede più potere per la Bce, si invita a puntare con decisione sugli eurobond, si invocano forti misure per la crescita, e si ribadisce la necessità di un potenziamento del fondo salva Stati. Indicazioni che uniscono i tre partiti della maggioranza e che rendono così una mozione comune più vicina. Bersani spiega: «Tocca a tutte le forze politiche anche dentro le rispettive famiglie europee, sostenere una piattaforma nazionale. Tocca a Monti, ma tocca anche ai partiti» dare più forza al nostro Paese in Europa. È un invito chiaro a «tutte le forze che stanno in Parlamento anche a quelle che non hanno votato la fiducia a Monti». Ma la prima risposta è una doccia gelata per il segretario del Pd. Di Pietro non c’è, anzi alza la voce: l’Idv presenterà una sua mozione e già dice no all’ipotesi di mozione unitaria. «Prendiamo atto che oggi è nata una maggioranza politica», della quale «non vogliamo far parte», dice l’ex magistrato. È un no a Casini che invece insiste: «Questo non è un evento. È la normalità piena. Una maggioranza non può che essere politica. E questa lo è». C’è però ancora da lavorare. Alfano frena il leader Udc: «Quando si tratta di entrare nel merito dei provvedimenti, subito tra Pdl e Pd, tra me e Bersani, vengono fuori le differenze. Questa non è una maggioranza politica».