L'emergenza. Altri due femminicidi. Il vescovo di Andria: «Silenzio e preghiera»
La scena del delitto di Andria
Mobilitazioni, bei gesti, buoni propositi. «Mai più» si ripete da giorni, dopo la fine di Giulia. E invece è successo ancora. Due femminicidi in un giorno. Il martedì nero si è aperto in mattinata a Salsomaggiore. Una 66enne indiana, Meena Kumari, è stata barbaramente uccisa dal marito Onkar Lal, 67 anni, che l’ha colpita con una mazza da cricket. La vittima ha provato a fuggire, ma è stata ripresa e picchiata di nuovo. L’aggressore è stato fermato da una carabiniera fuori servizio, Noemi Schiraldi, 34 anni, che ha sentito le grida ed è intervenuta. Ma ormai era troppo tardi. «Sono entrata nel palazzo - ha detto la militare - . Ho visto subito la porta di un appartamento aperta e il corpo di una donna riverso a terra. Sono entrata in casa e ho visto davanti a me un uomo che impugnava una mazza di legno. Mi ha visto entrare ma ha conti nuato a colpire il volto della donna. Ho provato a bloccarlo, mi sono qualificata e gli ho intimato di allontanarsi e di lasciare la mazza. Lui non ha opposto resistenza. Mi dispiace, ho fatto quello che potevo». Duro il commento del sindaco Luca Musile Tanzi: «Oggi per Salsomaggiore si scrive una pagina triste. Nonostante si continui a ripetere che “non deve più succedere”, ci troviamo di fronte sempre allo stesso copione. Voglio ringraziare la carabiniera che, per prima, ha cercato di fermare la violenza: un’azione coraggiosa che, purtroppo, non è bastata. Speriamo che giustizia sia fatta».
Uccisa davanti al figlio - Ad Andria, nel pomeriggio, un uomo, Luigi Leonetti, ha ucciso davanti ai figli la moglie di 42 anni, Vincenza Angrisano. Poi ha chiamato il 118: «Venite, l’ho accoltellata». In sottofondo, le grida dei bambini. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri, che hanno portato l’uxoricida in caserma. Il cadavere della donna è stato trovato nella rimessa degli attrezzi, i rilievi sono andati avanti fino a tarda serata.
Amaro il commento del vescovo Luigi Mansi: "Rimaniamo tutti senza parole davanti a questa ennesima tragedia. Ci sentiamo vicini con immenso affetto ai due figli della coppia, augurandoci che la solidarietà affettuosa di tanti aiuti queste due giovani vite nell’affrontare la vita e il futuro con fiducia e speranza, nonostante questa tragedia che le ha colpito. Dice il freddo linguaggio della cronaca che il delitto è avvenuto in casa dove, “al termine di una lite”, la giovane è stata accoltellata. Dire parole d’occasione è ora fin troppo facile e scontato. Meglio un silenzio carico di preghiera e attenta riflessione su dove rischia di portarci questo modello di società fondato sulla violenza e sulla sopraffazione. Che il Signore aiuti tutti, a cominciare dalle giovani vite colpite da questa tragedia, a guardare avanti, nonostante tutto, ritrovando presto condizioni che facciano rifiorire fiducia e speranza".
La cronaca di ordinaria follia include anche un 47enne arrestato in flagranza dalla polizia a Reggio Calabria per maltrattamenti nei confronti della moglie. Gli agenti sono intervenuti rispondendo alla chiamata al 113 lanciata dalla figlia più piccola, una bambina di 8 anni, che è riuscita a utilizzare il cellulare della madre. Quando le volanti sono arrivate, le tre figlie della coppia erano sul balcone e mostravano un foglio con la scritta “Help”. L’uomo è stato portato in carcere.
Turetta confessa - «Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata». Filippo Turetta ha ammesso davanti al gip il femminicidio di Giulia Cecchettin, ripetendo in sostanza quanto già aveva dichiarato alla polizia tedesca subito dopo il suo arresto. All’interrogatorio di garanzia, nel carcere di Verona, hanno assistito anche il pm Andrea Petroni e l’avvocato difensore Giovanni Caruso. Dopo le dichiarazioni spontanee, Turetta si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per capire qualcosa di più sulla dinamica del delitto bisognerà quindi attendere. «Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera» ha detto Turetta. La procura, in attesa dello sviluppo delle indagini e soprattutto dell’autopsia di venerdì, non gli ha per ora contestato aggravanti né altri reati. Turetta ci ha messo meno di un minuto a confessare il femminicidio, senza mai citare il nome di Giulia. Agli agenti penitenziari che lo accompagnavano ha detto di essere pentito di quanto commesso.
Oggi incontrerà i suoi genitori nel carcere: il via libera è arrivato dalla Procura dopo l’interrogatorio. «Che fosse stato lui lo avevamo capito subito, ne prendiamo atto ma lo sapevamo». La famiglia di Giulia Cecchettin, tramite il legale, ha commentato così le parole di Turetta. Da lui ci si aspettano molte risposte che per ora non sono arrivate. Intanto il legale di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, aggiunge altri elementi. «L’omicidio è aggravato da stalking. Turetta ha dimostrato di essere un molestatore assillante: il suo comportamento è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono fame di possesso verso Giulia» spiega l’avvocato Nicodemo Gentile. «Un assedio psicologico - continua il legale che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di ansia». Il funerale della 22enne si svolgerà a Padova - la città dove Giulia si sarebbe dovuta laureare in bioingegneria nella Basilica di Santa Giustina in Prato della Valle: la piccola chiesa di Vigonovo è stata esclusa fin da subito, prevedendo che saranno in tantissimi a voler dare l’ultimo saluto alla ragazza. La cerimonia si terrà non sabato ma più probabilmente lunedì 4 dicembre: c’è da organizzare una cerimonia cui parteciperanno migliaia di persone, dunque bisognerà tener conto sia degli aspetti logistici che di quelli legati alla sicurezza. Sarà il vescovo Claudio Cipolla a presiedere il rito funebre. Chi parteciperà porterà addosso un fiocco rosso, raccogliendo il gesto compiuto da papà Gino, che in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne ne aveva mostrato uno sui social, invitando tutte le vittime a denunciare abusi e atti di violenza. Il corpo di Giulia sarà infine portato nel cimitero di Saonara e sepolto accanto a quello della madre, morta un anno fa.