Scuola. «Paritarie discriminate»: lettera del governo all'Ue
Sarà consegnata oggi alla Commissione Europea, la lettera dei Ministeri dell’Istruzione e della Coesione territoriale, con la richiesta di modifica dell’Accordo di partenariato, per consentire anche alle scuole paritarie di partecipare ai bandi dei fondi Pon. Finora, infatti, la partecipazione al Programma operativo nazionale “Per la scuola - Competenze e ambienti di sviluppo” 2014-2020, che ha una dotazione complessiva di 3 miliardi di euro, era riservata esclusivamente alle scuole statali, mentre le paritarie potevano prendervi parte soltanto tramite accordi di collaborazione con le statali. Modalità che, in pratica, le escludeva dalla fruizione dei fondi. Una discriminazione denunciata da tempo anche attraverso interrogazioni parlamentari, che hanno ottenuto, in un primo momento, l’accantonamento, in sede di discussione della Legge di stabilità 2017, di una parte dei fondi da destinare alle paritarie, una volta modificato l’Accordo con la Ue. Obiettivo della lettera che sarà recapitata oggi a Bruxelles e che, in sintesi, chiarirà, una volta per tutte, il significato dell’espressione «istituzioni scolastiche».
Che, secondo la legge 62 del 2000, è riferita sia alle scuole statali sia alle paritarie, entrambe erogatrici di un servizio pubblico riconosciuto dallo Stato. Nelle intenzioni del governo, la comunicazione firmata Miur-Coesione territoriale, dovrà insomma togliere di mezzo anche le ultime resistenze dei burocrati dell’Unione e spianare la strada al pieno riconoscimento delle paritarie. «Questa è una conquista delle famiglie», commenta Maria Grazia Colombo, vice-presidente del Forum delle associazioni familiari e firmataria, qualche settimana fa, di una lettera ad Avvenire, che sollecitava proprio l’accelerazione delle procedure per l’invio della comunicazione alla Commissione. «La nostra è una battaglia condivisa dai genitori delle scuole statali – aggiunge Colombo – consapevoli che la discriminazione delle paritarie fa male a tutto il sistema scolastico».
La modifica dell’accordo di partenariato era stata sollecitata, nei giorni scorsi, anche dal Codires, il Coordinamento per una direzione educativa delle scuole, promossa da dodici associazioni di dirigenti della scuola statale e paritaria. Nello specifico, il Codires, con una lettera ai ministriValeria Fedeli e Claudio DeVincenti (che ieri ha incontrato a Bruxelles la commissaria per le Politiche regionali Corina Cretu), chiedeva l’«effettiva attuazione dell’articolo 33 della nostra Costituzione, laddove sostiene che “la legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare a esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali”.
Non sono dovute concessioni ma semplice riconoscimento di diritti da rispettare nell’eguale trattamento». Ora che la lettera ha ottenuto «l’effetto sperato», il Codires auspica che i tempi siano rapidi per dare alle paritarie la possibilità, quando prima, di partecipare con i propri progetti ai bandi Pon. «Ora bisogna fare in fretta – ribadisce anche il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi – e rispettare la volontà e le indicazioni del Parlamento. Le paritarie – aggiunge – sono scuole controllate e fanno parte del sistema di istruzione. Che i fondi europei siano aperti anche ai loro progetti è un percorso di buonsenso».