Attualità

Il riconoscimento. Paola Bonzi e Antonio Iosa, dalle «periferie» di Milano al Famedio

Lorenzo Rosoli mercoledì 25 settembre 2019

Paola Bonzi

Dodici nomi. Dodici volti. Dodici milanesi, di nascita e d’adozione. Nei quali Milano ha scelto di riconoscersi. E di farsi incontro al futuro, coltivando memoria. La memoria che unisce e dà fondamento all’amicizia civica, anche quando è memoria di storie diverse e divergenti, anche quando è generata da talenti e da ispirazioni ideali differenti. Sono dodici i nomi di milanesi illustri, scelti dalla Commissione consultiva del Comune per le onoranze al Famedio, che il prossimo 2 novembre saranno iscritti nel Pantheon di Milano, al Cimitero Monumentale. Eccoli, in ordine alfabetico, come li ha resi noti ieri Palazzo Marino: Rachele Bianchi, artista, pittrice e scultrice; Mario Cervi, giornalista; Luigi Dadda, ricercatore e accademico, pioniere dell’informatica; Gillo Dorfles, critico d’arte; Inge Feltrinelli, editrice; Giancarlo Garbelli, campione di pugilato; Antonio Iosa, fondatore del Circolo culturale «Carlo Perini»; Paola Marozzi Bonzi, fondatrice del Centro di aiuto alla vita della Clinica Mangiagalli; Elisa Penna, giornalista e fumettista; Maria Grazia Perini, giornalista, scrittrice e sceneggiatrice; Antonio Virgilio Savona, cantautore, componente del Quartetto Cetra; Libero Traversa, partigiano.

Fra quei dodici ci sono persone note al grande pubblico. E persone che hanno vissuto, lavorato, lottato nell’ombra. Nel cuore delle periferie geografiche ed esistenziali di questa città, si potrebbe dire con papa Francesco. Periferie come Quarto Oggiaro, dove Antonio Iosa ha offerto la sua testimonianza culturale, civile, politica, fino a pagare con il sangue – lui, gambizzato dalle Brigate Rosse, il «suo» circolo Perini assaltato dai fascisti. Periferie come la vita nascente e fragile, la libertà e la dignità delle donne, alle quali si è dedicata Paola Bonzi. Periferie dove farsi prossimo. A partire dal Vangelo. Com’è stato per Iosa e Bonzi.

«L’iscrizione della nostra Paola nel Famedio – ha detto Francesco Migliarese, segretario del Cav Mangiagalli – ci riempie di orgoglio e di gioia e ci sprona a portare avanti con slancio ancora maggiore l’opera da lei iniziata. È inoltre un riconoscimento importante e trasversale, dopo tanti anni, che il sostegno alla maternità e l’aiuto alla vita nascente non sono valori solo di una parte, ma di tutti. Ci auguriamo che la politica colga l’occasione per applicare con maggiore coraggio la legge 194, rendendo disponibili adeguate risorse economiche per il sostegno della maternità difficile».

«Il fatto che le istituzioni e le forze politiche abbiano deciso, con un consenso trasversale, di iscrivere nostro padre nel Famedio – incalza Christian Iosa, figlio di Antonio – ci rende ancora più orgogliosi. È il riconoscimento di quello che ha fatto per Milano e soprattutto per le sue periferie, dove si è battuto per portare cultura e dignità, per dare risposte al disagio giovanile, con un impegno radicato nei valori del Vangelo, sempre dalla parte del popolo e dei più deboli. Un impegno vissuto sempre con umiltà incredibile. Che chiede di essere portato avanti».