Attualità

Dopo Dc. “Palestre” cattoliche nel centrosinistra per una rete di eletti alle Europee

Angelo Picariello domenica 21 gennaio 2024

Giugno 1977, stretta di mano tra Aldo Moro ed Enrico Berlinguer

Finita 30 anni fa l’esperienza della Dc, oggi ci occupiamo dei cattolici attivi nel centrosinistra. Tante le reti legate al Terzo settore, che lamentano spesso un Pd poco “recettivo”; in alcune realtà locali sorgono liste civiche di area. Mentre il M5s si offre come interlocutore attento ai temi della pace e della povertà e i Verdi sulla sostenibilità ambientale. L’inchiesta proseguirà con un viaggio nel centrodestra e, poi, con i tentativi in corso sganciati dai poli. Per concludersi con un elenco di riforme e buone pratiche da poter promuovere insieme, in nome del bene comune.

L’immagine più efficace è di Ernesto Preziosi: «Ci sono tanti laboratori locali, iniziative di formazione, ma dopo tante sedute di allenamento ci sarebbe voglia, finalmente, di giocare una partita ». L’ex deputato dem, con un passato di dirigente di Azione Cattolica, è animatore di Argomenti 2000 , associazione «di amicizia politica» che ha promosso, per prima, un incontro di “ricucitura” fra l’associazionismo cattolico ed Elly Schein. Non male anche la frecciatina di Pierluigi Castagnetti, all’incontro successivo dell’associazione “I Popolari” che ha chiamato a raccolta, a inizio dicembre, amministratori locali e esperienze dal basso: « Abbiamo avuto una giornata piena di interventi, qui, peccato che non c’è chi possa raccontartelo, visto che nessuno di noi è in segreteria...», ha detto l’ultimo segretario del Ppi con al fianco la leader dem.

Quell’incontro ha messo in vetrina una vivacità nel territorio impensabile in un centrosinistra in crisi di consensi. I partiti, - un po’ tutti, nell’era dei social - hanno smesso di svolgere il loro compito costituzionale di «concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale» per privilegiare fedelissimi e “cerchi magici” di capi e capetti. Non a caso proprio Argomenti 2000 sta pensando una legge di iniziativa popolare a regolare la forma partito in crisi: «Ci stiamo lavorando con altre associazioni », annuncia Preziosi. Tante realtà, reti territoriali, che a livello locale si misurano con il consenso, a volte usando i simboli di partito, a volte no, poi però fanno fatica a fare “massa critica” in Parlamento, complice una legge elettorale che privilegia i “nominati”.

Sono circa 500 i soli amministratori iscritti alle Acli «in larga misura sono iscritti al Pd, altri impegnati nelle liste civiche», spiega Francesco Prina, della fondazione Achille Grandi. Fa parte della rete anche l’ex presidente delle Acli Roberto Rossini, oggi presidente del Consiglio Comunale a Brescia, un «simbolo di buona amministrazione », in una città di storico radicamento sociale e culturale del cattolicesimo democratico, in cui il centrosinistra vince, non a caso, in controtendenza al Nord. La fondazione aclista cura da cinque anni una Summer school intitolata a Giorgio La Pira. Un simbolo, il “sindaco santo”, di amministratore locale aperto al mondo, soprattutto alla pace nel mondo.

Ma non ci sono più i pacifisti di un tempo, non a caso il raduno dei Popolari si è dato per tema “Osare la pace”. Perché nessuno ormai osa più farlo, persino a sinistra. Discorso a parte per i 5 Stelle, che invece ne hanno fatto, nella gestione Conte, la loro bandiera. «Non c’è futuro senza pace, i cattolici debbono fare di più», interviene la pentastellata vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, napoletana di Villaricca, medico e ricercatrice oncologica, con un passato di consigliera diocesana di Azione cattolica. «La politica in questo momento storico ha il compito di ascoltare le persone. per intervenire sui bisogni fondamentali, dalla salute al lavoro, dall’istruzione al diritto a una vita dignitosa».

C’è poi l’ambiente, altro tema di sinistra che i Verdi sotto la guida di Angelo Bonelli non coltivano più in chiave antagonista- anticattolica, ma anzi - sulla scia dell’ambientalismo tedesco - con grande attenzione al Magistero di Papa Francesco. Tante le reti al Nord. Monica Canalis, consigliere regionale del Pd in Piemonte guida una rete di una ottantina di amministratori dem di area popolare in Regione. «Ci confrontiamo sui singoli temi e portiamo iniziative congiunte nei diversi Comuni, dal tempo pieno a scuola allo ius scholae, dalla non autosufficienza alla formazione, alla lotta alla ludopatia». C’è un confronto costante con le associazioni esercitando anche una sorta di attività di scouting per scovare al loro interno vocazioni all’impegno politico.

«Realtà simili ci sono in tutte le regioni del Nord, e ora le Europee offrono una grande occasione. Puntiamo a candidare e eleggere un popolare in ogni circoscrizione», spiega Canalis. Nel Nord ovest il nome c’è già, con un cognome impegnativo, Fabio Pizzul, figlio del noto telecronista, che è capogruppo del Pd in Lombardia. In Friuli si muove “Punto Franco”, promossa dal consigliere regionale Francesco Russo, iscritto al Pd, ma che lavora in proprio con la sua civica, che conta tre consiglieri in Regione: « Abbiamo formato una rete di amministratori cattolici anche per lavorare in vista delle settimane sociali che si terranno a Trieste in luglio », spiega.

Anche Demos con il Pd ha una collaborazione complessa. Il segretario Paolo Ciani, ex consigliere regionale del Lazio è stato eletto deputato con i dem, «ma a livello locale ci siamo presentati con nostre liste, e siamo stati eletti. C’è tanta voglia di partecipazione ma con questo sistema elettorale per fare politica occorrono soldi e visibilità mediatica, una presenza che parte dall’impegno sociale e non vive di slogan e propaganda, fa fatica».

Così in molti, specie al Sud, scelgono di rischiare in proprio. «Da noi - lamenta Giuseppe Irace, dirigente di Ac passato all’impegno politico alla guida della civica “Per”, in Campania - il Pd si fonda sulla conservazione di un gruppo dirigente. Potevamo iniziare dalla Champions League, ma siamo partiti dalla serie B, con 50 persone che hanno rischiato mettendo in gioco il loro vissuto nel servizio al bene comune. Alle Regionali siamo andati vicinissimi a conseguire il seggio, ma non ci siamo arresi, continuiamo a lavorare, presentandoci in tutte le elezioni comunali». L’idea ora è anche espandersi in altre regioni.

“Per” sostiene, nella limitrofa Basilicata la candidatura di Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium, impegnata nell’accoglienza migranti, che si offre come opportunità per unire il centrosinistra, che il Pd sembra cogliere e M5s ancora no. «Un segno della fatica che si fa nel centrosinistra ad accettare i cattolici», lamenta l’ex viceministro Mario Giro, di Demos.