Il governo ha evitato una frattura nella maggioranza, con il parere favorevole alle due mozioni, rispettivamente di Pd-Psi-Pli-Pi-Cd e Ap-Sc, contrapposte sul
piano ideologico, ma da alcuni definite complementari sul piano formale. Entrambe poi approvate dall'Assemblea di Montecitorio. Nel contempo, anche il Pd ha evitato una netta frattura interna con il ritiro della mozione della socialista Pia Locatelli - che avrebbe avuto il voto favorevole di un discreto numero di
democratici - e la presentazione di un testo frutto di un evidente compromesso.
La mozione del Pd, infatti, impegna il governo "a continuare a
sostenere in ogni sede l'obiettivo della Costituzione di uno
Stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperità
accanto allo stato d'Israele, sulla base del reciproco
riconoscimento e con la piena assunzione del reciproco impegno a
garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni
violenza e da atti di terrorismo", mentre quella a firma Ap e Sc
subordina il riconoscimento dello Stato di Palestina a un'intesa
politica tra il gruppo islamico Hamas e il suo antagonista laico
Al-Fatah che, attraverso il riconoscimento dello Stato d'Israele
e l'abbandono della violenza, determini le condizioni per il
riconoscimento di uno Stato palestinese". Quest'ultimo testo ha
però raccolto un numero inferiore di consensi rispetto a quello
sottoscritto da Pd-Psi-Pli-Pi-Cd: 237 contro 300.
La posizione del governo è stata esplicitata in aula dal ministro
degli Esteri, Paolo Gentiloni, per il quale "la soluzione di
fronte alla crisi mediorientale è quella dei due Stati", che
equivale al "diritto dei palestinesi a un loro Stato e il diritto
dello Stato di Israele a vivere in sicurezza di fronte a chi
vorrebbe addirittura per statuto cancellarne la stessa
esistenza".
Soddisfazione è stata espressa comunque da più parti, partendo da
Ncd (che ha votato anche la mozione dei democratici), passando
dal Pd e arrivando fino a Sel (il capogruppo Arturo Scotto ha
parlato di "una giornata storica"), con Nichi Vendola che ha
rivendicato i meriti del suo partito per il risultato definito
"un passo in avanti serio raggiunto". Vendola non ha mancato però
di sottolineare le contraddizioni, accusando governo e parte del
Pd di avere "contribuito a far approvare anche un documento
contrastante".
Netto invece il commento del Movimento 5 stelle, che bolla
l'azione del governo come "un vergognoso bluff" che nega i
diritti della Palestina. E altrettanto netta, ma di segno
opposto, la posizione di Fi, totalmente contraria invece al
riconoscimento di uno Stato palestinese.