Attualità

Palermo. Giocare è un diritto. Oratorio, causa vinta

Roberto Puglisi, Palermo mercoledì 24 febbraio 2021

L’oratorio della parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù di Palermo

I bambini dell’oratorio della parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù, in via Filippo Parlatore, a Palermo, potranno giocare a pallone. A certe condizioni e con l’avallo dei giudici. È l’appendice di una storia che sollevò un acceso dibattito giusto un anno fa, coinvolgendo la Chiesa e le istituzioni civili. Nel dicembre 2019, una prima or- dinanza del Tribunale Civile, nell’accoglimento del ricorso di alcuni condomini di un palazzo lì vicino, aveva, di fatto, reso impossibili le attività sportive, considerate rumorose. Né la parrocchia disponeva o dispone delle somme sufficienti per costosi lavori di insonorizzazione dell’ambiente. La Seconda Sezione civile, lo scorso 17 febbraio, ha accolto parzialmente il reclamo presentato proprio dalla parrocchia, dando, sì, delle prescrizioni, ma meno stringenti.

Si potrà, dunque, giocare, usando il rispetto dovuto a chi ha diritto alla siesta pomeridiana, alla tutela della salute e alla pace serale. «Tali attività ludico-ricreative – hanno scritto infatti i giudici nell’ordinanza – non mirano a realizzare un lucro dell’ente o a soddisfare altre specie di interessi egoistici individuali o di gruppo ma, nel segno del principio di sussidiarietà orizzontale (articolo 118 della Costituzione), concorrono alla realizzazione di un interesse generale (l’assistenza sociale) che il Costituente ha voluto si iscrivesse fra i compiti di spettanza politica dello Stato pluralista (articolo 38 della Costituzione)».

È stato accolto parzialmente il reclamo presentato contro la prima decisione dei giudici, che avevano vietato le partite tra ragazzi. Stabiliti orari e date anche per la stagione estiva L’oratorio della parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù di Palermo

Secondo i giudici, che riconoscono dunque il valore educativo dell’oratorio, va tutelata pure la posizione di chi, abitando a ridosso del campetto, deve godere della necessaria tranquillità domestica. Ma il mondo del pallone, delle partite nei campetti rincorrendo il Super Santos e i suoi fratelli, è infine salvo e non potrà essere cancellato. Si dovrà, semmai, trovare il modo di coesistere, con la disciplina rigorosa di un calendario: le attività estive potranno essere svolte a giugno e a luglio per un periodo massimo di sei settimane consecutive, per due ore al mattino, ma non prima delle otto, né dopo l’una.

Mentre, nel pomeriggio, le due ore saranno utilizzabili tra le quattro e le otto di sera. E mai nel fine settimana. n’analoga calendarizzazione è stata stabilita per i mesi invernali. L’ordinanza precisa che verrà garantita una disciplina sportiva per volta e che più palloni potranno essere impiegati soltanto per gli allenamenti. Il Super Santos farà il suo ingresso trionfale per l’accoglienza dei bambini del catechismo, purché la reciproca conoscenza non oltrepassi i trenta minuti. I comportamenti da tenere sono minuziosamente descritti nelle tredici pagine del provvedimento.

Finisce così, per il momento, con un invito all’equilibrio, una vicenda che racconta quasi di un altro mondo, essendo nata in un tempo che ancora non conosceva il Covid. A coloro che non hanno mai consumato i riflessi dell’adolescenza e la memoria delle partite giocate nel campetto di fortuna sotto casa, questa parrà, forse, una vicenda da poco, eppure basta vedere in quale quartiere della città si inserisce per capirne la portata simbolica. Via Parlatore è una delle tante strade di Palermo dalle porte girevoli, aperte su più mondi contrapposti. Basta cambiare marciapiede per passare dal palazzone residenziale alla penombra di una casa in disarmo. Qui, anche la corsa trafelata dietro il rimbalzo di un pallone è un genere di prima necessità.