Un fragoroso applauso delle oltre mille persone presenti ha accolto l'ingresso nella chiesa di Sant'Ernesto del feretro di Carmela Petrucci, 17 anni, uccisa venerdì scorso a Palermo. La chiesa era stracolma, piena di compagni di scuola e gente che è arrivata da vari quartieri della città. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha mandato un cuscino di fiori. . L'omelia è stata officiata dall'arcivescovo di Palermo
Paolo Romeo. "La nostra fede si fa preghiera anche per Samuele perchè possa intraprendere il cammino del pentimento. Le vittime non sono solo Carmela e Lucia, siamo noi, il liceo, la famiglia, Palermo intera - ha detto Romeo -. La nostra preghiera è per Carmela che noi amiamo contemplare sorridente, ma anche per Lucia che grazie al sacrificio della sorella tornerà a sorridere tra qualche tempo. Ci stringiamo attorno alla famiglia con il nostro silenzio rispettoso e partecipe". Parenti e amici si sono abbracciati davanti all'altare. Incontenibile il dolore dei genitori. Tanti gli striscioni portati dai palermitani alla celebrazione. In uno c'è scritto: "Un assassino ha spezzato le ali di un angelo. Noi donne siamo carne da macello".Alla giovane verrà conferita una medaglia al valor civile dal presidente della Repubblica
"per il suo coraggio e la sua dignità". Lo ha annunciato il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, intervenendo alla prima conferenza antimafia organizzata a Palermo dal Centro Pio la Torre. Il ministro ha chiesto ai ragazzi che affollano la sala anche un minuto di silenzio per ricordare Carmela. Ieri intanto il gip di Palermo Maria Pino ha convalidato il fermo di Samuele Caruso. Il 23enne è indagato per omicidio e tentativo di omicidio aggravati dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili. Al pm sabato il ragazzo ha raccontato di avere agito per gelosia. Il gip si è riservato sulla misura cautelare chiesta dalla Procura. Samuele si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'udienza di convalida del fermo davanti al gip. Al pm sabato aveva confessato il delitto.
Prof e studenti ricordano Carmela con MessaI ragazzi e i docenti del liceo classico Umberto I di Palermo ricordano con un momento di preghiera, nella chiesa di Santa Teresa, vicina alla scuola, la tragica morte di Carmela Petrucci, la studentessa della III L assassinata venerdì scorso da Samuele Caruso, ex fidanzato della sorella Lucia, ferita con oltre 20 coltellate. In chiesa, dove serpeggiano dolore e rabbia, c'è anche il preside dell'istituto, Vito Lo Scrudato. "Prendiamo insieme le forze perché certi fatti non si ripetano più. Tirate fuori quanto di positivo avete - ha detto il parroco durante l'omelia - il resto lo affidiamo al silenzio". Dopo le parole del prete, è seguito un momento di silenzio. Stasera gli studenti del liceo hanno organizzato una fiaccolata che partirà dai cancelli della scuola fino allo stabile di via Uditore 14F, dove si è consumato il delitto.
L'inchiestaLe indagini si concentrano su due aspetti. Dopo la confessione dell'assassino, Samuele Caruso, 23 anni, resta da capire se qualcuno abbia aiutato il ragazzo nei momenti successivi al delitto e se, come avrebbero raccontato alcuni amici delle due sorelle, Lucia, mesi fa, si era realmente rivolta a un carabiniere, pur non sporgendo formale denuncia, e gli avrebbe raccontato di essere perseguitata dall'ex. Il militare le avrebbe consigliato di cambiare numero del cellulare, cosa che la ragazza poi fece, ma non avrebbe formalizzato lo sfogo in un esposto. Decisivo per capire questo passaggio sarà l'interrogatorio di Lucia, ancora ricoverata nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Cervello di Palermo. La polizia l'ha sentita per pochi minuti nei giorni scorsi, ma la ragazza, le cui condizioni stanno migliorando, era ancora sotto choc e ha reso una brevissima deposizione. Secondo le testimonianze raccolte dalla polizia, dopo la fine della storia durata circa sei mesi tra Samuele e Lucia, il ragazzo, che non si era rassegnato alla volonta" della giovane di chiudere il rapporto, aveva cominciato a mandarle messaggini privi di testo o con frasi che facevano pensare che la stesse osservando. Al momento, però, non sarebbero stati trovati sms minacciosi. Non convince invece gli investigatori il racconto di Samuele sui momenti successivi al delitto. Il ragazzo ha detto di avere comprato una maglietta da un ambulante per potersi togliere gli indumenti macchiati di sangue e di essersi fasciato la mano, rimasta ferita durante l'aggressione, grazie all'aiuto di una passante. Nelle prossime ore la polizia sentirà amici e familiari del giovane per capire se, come è più probabile, qualcuno lo abbia aiutato, dandogli i vestiti puliti e medicandolo, e portato alla stazione di Bagheria, dove è stato poi arrestato.
La madre dell'assassino: mio figlio non è un mostro"Mio figlio è un bravo ragazzo. Giornali e televisioni lo hanno definito un killer ma non è così, non è un mostro. La nostra è una famiglia perbene". Così, in un'intervista al Giornale di Sicilia, Maria Cardinale difende il figlio Samuele Caruso, in cella con l'accusa di omicidio aggravato e tentativo di omicidio aggravato. Caruso ha ucciso Carmela Petrucci, la sorella della sua ex, Lucia, rimasta gravemente ferita nell'aggressione. Arrestato poche ore dopo il delitto, Samuele, che ha confessato di aver agito per gelosia, sarà domani davanti al gip, Maria Pino, per l'udienza di convalida della misura restrittiva. "Siamo profondamente addolorati per quello che è successo - ha aggiunto la madre - un'esistenza è stata spezzata e non so cosa darei per riportare in vita quella ragazza".