Attualità

I RITOCCHI . La manovra a Palazzo Madama: i tecnici smontano la super-Irpef

Eugenio Fatigante mercoledì 24 agosto 2011
La mesta estate dei senatori (alme­no quelli della commissione Bi­lancio) si è chiusa con il primo gior­no di lavori sulla manovra-bis da 55 mi­liardi di euro. Non c’è tempo da perde­re: gli emendamenti potranno essere consegnati fino a lunedì sera (il 29), alle 20. Perde pezzi, intanto, la costruzione su cui poggia la tassa di solidarietà, peral­tro già la norma più contestata del de­creto, quella che molti vorrebbero can­cellare con un colpo di spugna. Una ro­busta picconata è giunta ieri dai tecnici del Servizio bilancio di Palazzo Mada­ma. Gli esperti, citando l’articolo 3 del­lo Statuto del contribuente, segnalano che questo nuovo prelievo si può «ap­plicare solo a partire dal periodo d’im­posta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore»: in sostanza, l’applicazione di questa sorta di super-Irpef parrebbe in contrasto, almeno per quanto riguarda il 2011 (il primo dei tre anni previsti dal provvedimen­to), con lo Statuto. E non è tutto: nel dossier predisposto si pone l’accento sulla possibilità che si tro­vino «strategie di elusione» che potreb­bero far diminuire i 3,8 miliardi di in­casso atteso dal balzello; per esempio, i lavoratori sopra i 90mila euro potrebbe­ro puntare a farsi dare dall’azienda più « fringe benefits » al fine di abbattere il red­dito imponibile, mentre gli «imprendi­tori titolari di società» potrebbero ri­nunciare per 3 anni «alla distribuzione degli utili», con effetti complessivi non benefici per il sistema economico. Inol­tre i tecnici criticano l’utilizzo, per le si­mulazioni di gettito, dei redditi 2008 quando sono già disponibili quelli del 2009: in base ai quali peraltro, vista la contrazione dei redditi che c’è stata, l’in­casso simulato darebbe solo 2,4 miliar­di di euro in tre anni, quindi 1,4 in me­no. Perplessità simili sono avanzate pu­re sulle entrate garantite dalla 'Robin Hood tax', alla luce dei cali registrati in Borsa dai titoli del settore energetico. Nemmeno la soppressione di alcune Province o l’accorpamento dei Comuni sotto i mille abitanti piace al Servizio bi­lancio: si sottolinea che i risparmi (pe­raltro non indicati nella relazione tecni- ca) collegati a tali norme potrebbero ri­dursi, o trasformarsi persino in maggio­ri costi per lo Stato, a causa delle nuove strutture da creare o dei trasferimenti dei dipendenti ad altri enti. Infine, si mette in guardia dal rischio del contrabbando alimentato dai rincari sulle sigarette. «Siamo coscienti dei problemi, leggia­mo tutti gli approfondimenti», ha com­mentato il relatore e presidente della commissione Bilancio, il pdl Antonio Az­zollini, presentatosi con una vistosa bar­ba incolta, quasi a rimarcare questa ria­pertura contro-voglia del Senato. In at­tesa di entrare nel vivo, i lavori della com­missione andranno avanti con la di­scussione generale, mentre in contem­poranea saranno ascoltati (domani mat­tina) gli esponenti di sindacati e impre­se. Martedì della prossima settimana toccherà agli enti istituzionali (Istat, Bankitalia, Cnel e Corte dei Conti), per poi entrare nel vivo da mercoledì 31. Se­condo Azzollini, saranno lavori a «ritmi serrati» e non si escludono sessioni in notturna, cercando di «non strozzare il dibattito» e puntando a chiudere per an­dare in aula il 5 settembre. Il dibattito sulle modifiche per ora si con­centra all’esterno dell’aula della V com­missione del Senato. E ancora troppo ampio appare lo spettro degli interven­ti. Ci sono sempre le pensioni e l’au­mento dell’Iva (peraltro già deciso nella delega fiscale) in primo piano. E c’è la ri­chiesta di una patrimoniale sui beni di lusso che arriva da più parti.