Eppure la chiesa ha tenuto. Certo, le crepe dietro la facciata sono così larghe che potrebbe venire giù da un momento all’altro, ma ha miracolosamente resistito alla spallata dell’altra notte. La casa delle Clarisse, appena dietro, no. Il tetto al primo piano del convento ha schiacciato nel sonno suor Gemma Antonucci, 61 anni, la badessa del convento dove viveva con dieci consorelle e alcune novizie. Altre tre sono rimaste ferite. I vicini con le scale a pioli le hanno fatte uscire subito. Suore di clausura, ma aperte alla vita della comunità, come racconta Federico, 23 anni. «Che fosse la badessa – dice – proprio non si notava. Affabile, umile, come tutte le altre. Ospitavano i giovani per ritiri spirituali, per le veglie di Pentecoste e Capodan- no. Erano qui dal ’97. Da quattro che erano, con suor Gemma erano cresciute, arrivando alle dieci di oggi... Anzi nove». Anche la chiesa, qui a Paganica, ha pagato il suo tributo di sangue e dolore. Dice don Dionisio Rodriguez, parroco di Paganica e direttore della Caritas diocesana: «Nella chiesa grande non sono riuscito a entrare, ma le altre cinque chiese sono state tutte danneggiate». La Caritas abruzzese si attiverà da oggi. Qui la Terra da tempo annunciava la sua rabbia. Ugo De Paulis è il delegato del sindaco dell’Aquila per la circoscrizione di Paganica che comprende anche Bazzano, San Gregorio, Tempera, Pesco Maggiore e Onna. E conta i morti: 4 o 5 qui, ma nel borgo vecchio si scava ancora: «Altri 6 o 7 a San Gregorio, tre a Tempera, a Onna mancano all’appello 50 o 60 persone. Paganica vecchia è un disastro. Era parecchio che eravamo in fibrillazione per queste scosse sismiche, più leggere, più forti. Fin da gennaio. Dicevano che il sisma si stava scaricando. Invece... Ma noi senza una comunicazione ufficiale non potevamo fare nulla. La botta è stata impressionante racconta con gli occhi sbarrati - lunga, lunghissima. Non abbiamo capito più niente, tra il boato e le suppellettili che cadevano. Il collettore che porta l’acqua dal Gran Sasso alla vallata è saltato, l’acqua ha allagato vari fabbricati. I soccorsi sono arrivati subito, come l’aiuto, meraviglioso, della gente qui attorno». La chiesa barocca sulla piazza ha danni gravissimi. Sulla facciata si legge: «Questo tempio, nel secolo XVII sacrato alla Vergine Immacolata, l’arciconfraternita restaurò ed abbell... ». E non si legge altro perché quel pezzo non c’è più. Paganica vecchia ora è una città spettrale. I vicoli sono coperti da tegole e calcinacci. Su per una salita che porta il nome di «Sdrucciolo del periglio» si scorge una casa crollata. Un altro balcone è appeso per la ringhiera. Qualche cane spaurito gira tra le auto schiacciate dai massi. Fuori, nelle frazioni, le facciate, romanica di Santa Giusta e di cemento anni ’60 di San Lorenzo, località Sant’Elia, sette secoli di differenza, sono accomunate dai danni. Dentro la parrocchia moderna la statua della Madonna è crollata sui pedali dell’organo, il cero pasquale è a terra in pezzi, mezza facciata è giù e da dentro si vedono i monti innevati. Santa Giusta non ha più il suo campanile a vela del XIII secolo. Qui al centro sociale di Santa Giusta, Misericordie e protezione civile di Atripalda (Av) monta una delle tre tendopoli del comprensorio di Paganica: 600 i senza tetto, ma tende solo per un terzo. Precedenza a bambini e anziani. E gli altri? «Nelle macchine», dice un volontario mentre registra gli sfollati sul retro di un vecchio manifesto. «Le tende dovrebbero arrivare tutte domani». Ore 17.57, sotto il prato un urto sordo. La Terra vibra, un vecchio impreca: «Ancora!» Alla tendopoli di Paganica, campo della «Polisportiva rugby 1969», i lavori sono frenetici. Ma le tende poche. E comincia a piovere. Paolo Vaccari della Protezione civile nazionale spiega che «gli abitanti di Paganica sono 5mila, la metà è senza casa, 1.400 ci hanno chiesto alloggio, altri si sono arrangiati da parenti, amici. Per domani (oggi per chi legge, ndr) la tendopoli sarà completa. Ma le tende pesano, servono i Tir, le aspettiamo da tutta Italia». Anche qui la prima notte per molti sarà sui sedili dell’auto. Ore 18 e 36, altra botta sorda. La Terra non s’è ancora placata.