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Coronavirus. "Padre ho fame", il grido di aiuto all'Elemosiniere di Papa Francesco

Antonio Maria Mira sabato 28 marzo 2020

L'elemosiniere vaticano cardinale Konrad Krajewski

"In questi giorni incontriamo tanta gente che ha fame. Sì, proprio fame. Non avevo mai sentito persone dirmi "padre ho fame"". Così ci racconta l'Elemosiniere di Papa Francesco, cardinale Konrad Krajewski, dopo l'ennesima giornata in giro per la città degli ultimi. "Ci chiamano molti parroci per famiglie in difficoltà. E noi andiamo. Portiamo legumi, olio, passata di pomodoro, latte. Li portiamo anche ad altre piccole realtà, alle mense che hanno sempre più persone che chiedono". Nuovi poveri e vecchi poveri sempre più poveri. "I senza dimora sono in grande difficoltà. Non possono chiedere l'elemosina perchè non c'è nessuno in giro. I bar dove regalavano qualcosa sono chiusi. Non trovano neanche bagni aperti. Ora per loro è difficile vivere. Non hanno più niente...".

E così quelli che aiuta l'Elemosiniere in pochi giorni sono passati da 120 a 250. "Non possono più venire da noi, e così andiamo noi da loro. Li incontriamo in giro per la città. Portiamo tutto quello che può aiutarli. Nessuno di loro per fortuna si è ammalato. Probabilmente perché nessuno li abbraccia, gli stringe la mano. Vivono isolati, tra di loro", riflette con tristezza padre Konrad. Tante le persone in difficoltà, tante le richieste. E per ognuno c'è una risposta. "Pochi giorni fa mi ha telefonato una signora che aveva bisogno di farmaci importanti ma non poteva uscire. Ho accertato che ne aveva proprio diritto, sono andato a prenderli alla farmacia vaticana, ho attraversato la città e glieli ho portati. Quando mi ha aperto la porta ho visto una persona che stava proprio male. Ma era contenta perchè per lei quei farmaci erano fondamentali". Già, riflette padre Konrad, "queste sono piccole cose, ma come diceva Madre Teresa, i fiumi sono fatti di piccole gocce e poi sfociano nel mare". Piccole gocce ma importanti. Come le mille mascherine che pochi giorni fa sono state regalate al Papa. "Le abbiamo subito portate all'ambulatorio della Caritas della diocesi di Roma che ne ha proprio bisogno". E le richieste d'aiuto non arrivano solo dalla città. "Ci chiamano anche da fuori Roma. E noi volentieri facciamo qualcosa anche per loro". Anche lontano, fuori regione, dalle zone dei ghetti dei migranti. Ma dall'Elemosiniere viene anche un appello alle parrocchie che hanno bagni e docce per i poveri. "Dobbiamo aprire, per essere uniti coi poveri. Basta che ognuno faccia un poco. Con intelligenza, rispettando i decreti. Ci sono già tanti sacerdoti e suore che ci aiutano per le docce e i bagni al Colonnato di San Pietro. Ma noi sacerdoti dobbiamo essere coraggiosi. Se non ora quando?".