Anche il filo spinato per tenere lontani i senza tetto dallo sguardo di quanti sbarcano dai treni alla stazione ferroviaria di Padova. Lo ha installato la società Metropark, che fa parte del gruppo delle Ferrovie dello Stato. Lo ha sistemato sotto la rampa di accesso al BiciPark, vicino al piazzale del complesso ferroviario, perché là sotto, dall’8 marzo, vi trovano accoglienza, di notte, alcuni clochard, che non sapevano altrimenti come ripararsi dal freddo e dal gelo. Per tetto la pista in ferro, per pareti alcuni cartoni. Uno spettacolo di desolazione, sia per i protagonisti di questa precarietà, sia per i passanti. La decisione, dunque, è stata quella di sgomberare, perimetrando quei ripostili con del filo spinato. In città sono circa 50 i senzatetto che da quando si è conclusa la convenzione del Comune con alcune case di accoglienza e parrocchie per l’ospitalità invernale, vagano nei pressi di quella che è considerata la più importante porta d’ingresso di Padova. Alcuni avevano trovato riparo, la notte, sotto quella rampa. Troppi rischi per la loro stessa sicurezza, oltre che per quella dei passanti, e per le condizioni igieniche del posto. Ma, a sentire i volontari che si occupano dei senzatetto, «la cacciata è per lo spettacolo che questi poveri davano all’ingresso principale della città». Per il comandante della polizia municipale, Lorenzo Panizzolo, sarebbe stato più saggio far intervenire l’unità di strada che per conto del Comune si occupa di procurare un posto letto a chi non ce l’ha. «Cerchiamo in tutti i modi di aiutarli – conferma Maria Francesca Santaterra – coordinatrice dell’unità, cercando almeno di ospitarli a turno una notte nelle nostre case di riferimento, mettendo al riparo anzitutto le donne, che sono le più fragili». Ogni giorno, per altro, dalle parrocchie e dai volontari arrivano alimenti e coperte che vengono distribuiti. E tutte le mattine, dalle 10 a mezzogiorno, alcuni volontari ripuliscono i luoghi del presunto riposo notturno da ogni tipo d’immondizia, soprattutto siringhe. Nelle notti di minore precarietà, i clochard vanno a bivaccare sulla terrazza esterna degli uffici del personale viaggiante delle ferrovie, a pochi metri dal primo binario dove transitano ogni giorno 54 convogli ad alta velocità.