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Il caso. Padova, il Messaggero di Sant'Antonio licenzia i giornalisti

V.Dal. venerdì 7 dicembre 2018
Padova, il Messaggero di Sant'Antonio licenzia i giornalisti

Otto giornalisti lasciati a casa di punto in bianco, a pochi giorni da Natale. È quello che succede alla redazione del Messaggero di Sant’Antonio, il mensile edito dalla Provincia italiana di Sant’Antonio dei frati minori conventuali, che da Padova arriva in abbonamento a 350mila persone sparse in tutto il Paese e con le edizioni estere – una, in italiano, specifica per gli italiani all’estero, e poi altre in inglese, francese, tedesco e rumeno e pure un’edizione per i ragazzi – raggiunge all’incirca un milione e mezzo di lettori in tutto il mondo.

La decisione dei licenziamenti è stata comunicata senza preavviso ieri mattina, in quello che doveva essere un incontro per ridefinire i termini dei contratti di solidarietà (al 20%) avviati a inizio anno e in vista della nuova grafica prevista per il 2019. «All’incontro eravamo tutti presenti – spiega la fiduciaria Giulia Cananzi – e tutti siamo rimasti di sasso». Spiegate più tardi, in un comunicato della direzione, le ragioni della «sofferta decisione »: «Abbiamo tentato in tutti i modi di evitare questo triste epilogo, nonostante le ingenti perdite registrate, in modo particolarmente evidente già dal 2015 e comunque in questi ultimi decenni». Nel 2017, spiega il comunicato, «il bilancio si è chiuso in passivo per 2,7 milioni di euro; le perdite di esercizio nell’ultimo quinquennio (2013-2017) ammontano a circa 10 milioni». Ancora: «L’azienda, pur avendo cercato di dare attuazione a tutte le iniziative a sua disposizione, non è più in grado di sostenere economicamente gli attuali costi del personale per poter proseguire la propria attività editoriale». Attività che tuttavia, assicura la nota, «continuerà».

I giornalisti del Messaggero di Sant’Antonio sono entrati immediatamente in sciopero e hanno deciso di occupare simbolicamente la redazione a turno fino a una marcia indietro dell’editore. Durissima anche la presa di posizione del Sindacato Veneto Giornalisti e della Federazione nazionale della stampa (Fnsi): «Si tratta di una decisione intollerabile nei modi e nel merito a fronte di violazioni contrattuali, fra cui il rifiuto di esibire il bilancio ». Immediata la solidarietà espressa ai giornalisti dal Comitato di redazione di Avvenire, a nome di tutti i colleghi: «Come insegna la Dottrina sociale della Chiesa, è la persona il metro della dignità del lavoro. Il nostro auspicio è che la trattativa possa riaprirsi e condurre a un esito più favorevole». (La decisione comunicata senza preavviso agli 8 dipendenti. La direzione: «Tentate tutte le strade». La Fnsi: «Inaccettabile».

"Vicinanza" ai giornalisti del Messaggero di sant'Antonio e Messaggero dei ragazzi, "travolti dall'annuncio dell'imminente licenziamento", è stata espressa in una nota dal vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, in risposta alla lettera aperta scritta dalla redazione, mobilitata contro la decisione della proprietà.

"La vicenda che sta interessando il 'Messaggero' - scrive Cipolla - mi rammarica e mi interroga. La nostra Diocesi, pur estranea ai fatti, si sente coinvolta e segue con attenzione la situazione. Siamo consapevoli che l'editoria cattolica, che rappresenta un importante veicolo di trasmissione di valori e cultura, versa non da oggi in grandi difficoltà, e guardiamo con dispiacere e preoccupazione a tutti gli effetti negativi, in particolare sulle persone, che questa crisi comporta".

Auspicando che "si trovi presto una soluzione per ciascuno degli interessati perché non vadano disperse la dignità dei lavoratori e la loro professionalità", il presule si dice "disponibile a favorire ogni atto che possa andare in questa direzione. Anche in questa vicenda, possano i nostri occhi scorgere le esigenze del presente e le sue insite risorse, abbiano le nostre braccia la forza di accogliere ogni dolore e ridare vigore, riescano i nostri cuori a osare scelte solidali e coraggiose", conclude.