Attualità

ROMA. Pacco bomba a Equitalia, migliora il dg Cuccagna

Luca Liverani venerdì 9 dicembre 2011
"Sto abbastanza bene, poteva sicuramente andare molto peggio". Lo dice Marco Cuccagna, il dg di Equitalia rimasto ferito ieri dall'esplosione di un pacco bomba. "La situazione sanitaria è sotto controllo - spiega Cuccagna, intervistato dal Tg5 - sia per la vista che per l'utilizzo della mano, anche se mi è stata asportata unaporzione del dito della mano destra". Mentre quanto agli occhi"sto recuperando, dopo che ieri mi hanno tolto 200 pezzi divetro dall'occhio la vista sta tornando normale, quindi direiche mi è andata bene". BEFERA: FACCIAMO UN LAVORO INGRATO, MA LE TASSE VANNO PAGATE"Facciamo un lavoro ingrato, ma le imposte vanno pagate". Lo ha detto il presidente di Equitalia Attilio Befera a TgCom24 - secondo quanto reso noto dal canale all news - all'indomani dell'attentato anarchico in cui è rimasto ferito il direttore generale della società. "Facciamo un lavoro ingrato, con tutta una serie di accuse che non tengono conto delle regole di legge che noi dobbiamo applicare - ha affermato Befera -. Lo facciamo a favore di tutti coloro che regolarmente pagano le imposte. E quello che recuperiamo va a favore di servizi che vengono offerti alla collettività. Le nostre procedure di riscossione sono uguali a quelle degli altri Paesi, ma è chiaro che la crisi economica in atto rende tutto più difficile. Ma le imposte vanno pagate - ha concluso il presidente di Equitalia -, c'è una Costituzione chelo dice".LA PISTA ANARCO-INSURREZIONALISTAGrazie al lavoro della doppia equipe  di chirurgi dell’ospedale Sant’Eugenio - e alla sua buona stella - Marco Cuccagna, il direttore di Equitalia ferito ieri mattina da un pacco bomba che gli è esploso fra le mani, potrà passare il Natale a casa con la moglie e i due figli. La pista anarco-insurrezionalista è quella imboccata con decisione dalla magistratura.La rivendicazione contenuta nel plico – Federazione anarchica informale – ha solo confermato quello che è apparso chiaro da subito: non solo per la dinamica, identica a quella dei pacchi-bomba spediti l’anno scorso proprio di questi tempi a numerose ambasciate. Ma anche per la stretta successione col plico esplosivo inviato giovedì al direttore della Deutsche Bank a Francoforte. Tutti e due spediti da Milano.La sede di Equitalia di via Andrea Millevoi, una traversa della via Ardeatina, è alla periferia Sud della Capitale, dove la città comincia a lasciare spazio alla campagna. L’edificio di Equitalia, un parallelepipedo di cemento e vetro, affaccia su un supermercato, un bar-ristorante e l’edicola. Sono circa le 12 e 30 quando al secondo piano la busta arrivata con la posta per il direttore Cuccagna esplode.«Sì, ho sentito un botto, ma non ci ho fatto troppo caso, ho pensato a un tamponamento sull’Ardeatina», dice l’edicolante che lavora a qualche decina di metri in linea d’aria. «Pensavo fosse il rumore di una porta tagliafuoco», gli fa eco un dipendente dell’ufficio, Marco Lotito. «Io ero al primo piano – racconta – e l’ufficio del direttore è al secondo. Non ci sono misure di sicurezza particolari qui. Da oggi saremo più attenti», conclude.L’esplosione danneggia la scrivania e ferisce Cuccagna alla mano destra e al volto. Urla, sangue, terrore, la corsa in ambulanza. Un’ora dopo è già in camera operatoria. Paolo Palombo, primario di chirurgia plastica del Sant’Eugenio, racconta come hanno ricostruito medio, anulare e mignolo, oltre a una piccola parte del pollice con traumi da scoppio: «Per fortuna non ci sono lesioni interne. La funzionalità della mano – spiega – sarà recuperata al 95%, perché l’ultima falange del quarto dito ha avuto danni un po’ più seri». Meno gravi le ferite agli occhi: il direttore dell’Unità operativa complessa di Oftalmologia dello stesso nosocomio, Romolo Appolloni, spiega che «sono stati estratti moltissimi corpi estranei, qualcuno anche piuttosto in profondità. Ma tutto è andato bene. Sono ottimista. È stato fortunato».Se per i medici il lavoro è sostanzialmente concluso, per gli investigatori comincia adesso. Ieri fino a sera le finestre del secondo piano sono rimaste illuminate: i tecnici della scientifica e gli artificieri hanno lavorato a lungo per recuperare ogni reperto utile. La dinamica è identica a quella del pacco bomba arrivato l’altroieri al presidente della Deutsche Bank, Josef Ackermann - e disinnescato senza danni - rivendicato dalla Fai che annunciava tre pacchi-bomba «contro banche e banchieri, zecche e sanguisughe». Su entrambi i pacchi il timbro postale di Milano. Nella busta per Equitalia c’era, ancora leggibile, un volantino con la stessa sigla anarco-insurrezionalista. All’appello ora manca il terzo ordigno. «Ci vuole cautela nell’aprire corrispondenza inviata da persone o enti non conosciuti – avverte il questore di Roma Francesco Tagliente – ed è meglio contattate il 113 o il 112». Il Dipartimento di Pubblica sicurezza ha diramato una circolare a prefetti e questori per innalzare la vigilanza su banche e obiettivi economici sensibili. Sul caso indaga il procuratore aggiunto Pietro Saviotti che procede per «attentato con finalità di terrorismo» assieme alla Digos.Solidarietà a Cuccagna arriva non solo dai massimi vertici istituzionali e dalla politica, ma anche dalla cerchia dei colleghi: i vertici di Equitalia, a cominciare al presidente Atilio Befera (anche direttore dell’Agenzia delle entrate), il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua. E, in una nota congiunta, tutte le strutture dell’amministrazione finanziaria: il Dipartimento delle finanze, le Agenzie delle entrate, del Territorio, delle Dogane, del Demanio, dai Monopoli di Stato, da Sogei e Sose. Tutti possibili obiettivi. Luca Liverani