Roma. Trovate ossa in un edificio del Vaticano, accertamenti sul Dna
Sono in corso "accertamenti" su alcune ossa che sono state rinvenute lunedì scorso in un locale annesso alla sede della Nunziatura apostolica della Santa Sede in Italia, in via Po a Roma. Lo ha reso noto la sala stampa del Vaticano (qui il comunicato). La Gendarmeria ha subito informato le autorità italiane per le opportune indagini e per attivare la necessaria collaborazione.
I legali della famiglia, che non si è mai arresa, hanno detto che "ci sono domande che porremo sia alla Santa sede che alla Procura di Roma. È interessante sapere in che modalità sono state trovate le ossa e come mai il loro ritrovamento è stato messo in relazione con la scomparsa di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori".
Il rapimento
Emanuela Orlandi, che oggi avrebbe cinquant'anni, scompare verso le 19 del 22 giugno 1983, dopo essere uscita da una scuola di musica. La ragazza è la figlia quindicenne di un messo della prefettura della Casa pontificia ed è cittadina del Vaticano. Il 7 maggio era già scomparsa un'altra ragazza romana, Mirella Gregori, e i due casi per qualche tempo furono collegati.Quella che sembrava la "comune" scomparsa di una adolescente si trasforma ben presto in un 'giallo' internazionale. Il presunto rapimento finisce infatti per intrecciarsi anche con l'attentato di Ali Agca contro papa Wojtyla. Lo stesso Papa interviene con diversi appelli. La presenza di Emanuela, negli anni, è poi segnalata in diverse località ma le rivelazioni non risultano mai attendibili.Senza elementi, la prima inchiesta viene chiusa nel luglio 1997. Poi la banda della Magliana, che spesso era stata tirata in ballo nella vicenda, rientra in primo piano a giugno 2008 con le dichiarazioni di Sabrina Minardi, compagna di Enrico De Pedis, uno dei capi della banda. Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa dopo essere stata tenuta prigioniera nei sotterranei di un palazzo vicino all'Ospedale San Camillo. Ma neanche su questa pista emergono prove concrete.
Nel 2016 l'archiviazione dell'inchiesta da parte della Procura di Roma, confermata dalla Cassazione.