Attualità

Abruzzo. Uccisa a fucilate l'orsa Amarena. Era il simbolo del Parco nazionale

Massimo Chiari venerdì 1 settembre 2023

L'orsa uccisa con i cuccioli

L'avevamo vista passeggiare per il borgo di San Sebastiano dei Marsi, un piccolo centro di montagna vicino l'Aquila, solo pochi giorni fa. Lei l'orsa Amarena, il simbolo del parco nazionale d'Abruzzo con i suoi due cuccioli. La gente del posto aveva filmato. I tg avevano mandato in onda quelle immagini. Festose. Quasi commoventi. Ieri una storia bella, oggi una storia brutta. Amarena è entrata in un recinto "sbagliato" e un uomo l'ha uccisa a fucilate. I cuccioli non si trovano e 100 uomini sono impegnati con droni nella ricerca. La comunità di san Sebastiano è scossa e indignata. Il Parco nazionale pure. «Un episodio gravissimo. Non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificarlo. Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell'area contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all'uomo». Si cerca di capire. L'uomo che ha sparato è stato identificato e interrogato dai carabinieri. Ora prova a spiegare: «Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l'ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo». Intanto Luciano Sammarone, il direttore del Parco, spiega: «Non sappiamo nulla della dinamica dei fatti. I giudizi vanno rimandati a dopo. Fino a quando non conosciamo come sono andate le cose non emettiamo giudizi, ognuno dovrebbe tenersi il proprio anziché fare il processo su Facebook. Comunque, io ho difficoltà a credere che si sia trattato di difesa. L'orsa Amarena non ha mai attaccato nessuno».

Sui social si parla di Amarena. Si postano le ultime immagini. Si accavallano le parole. Parla anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. «La notizia dell'uccisione a colpi di fucile dell'orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell'intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini». C'è sconcerto e c'è rabbia. L'associazione italiana difesa Animali e Ambiente attacca: «L'unica immediata richiesta che ci sentiamo di fare è quella della carcerazione immediata del responsabile di questa uccisione, quest'uomo non può e non deve restare a piede libero». Marsilio insiste: «Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l'uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L'atto violento non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell'ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso». E ancora: «Pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente». Poi anche il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto: «L'uccisione di una femmina di orso marsicano rappresenta un episodio grave, sui cui è doveroso fare quanto prima chiarezza. Sono in costante contatto con tutti i soggetti istituzionali che in queste ore lavorano per far luce sulla vicenda: è necessario adesso il massimo coordinamento tra Ministero, regioni, Ente Parco, ISPRA, CUFA, sindaci e prefetti. Il nostro impegno è rivolto anche alla protezione dei cuccioli dell'orsa, facendo di tutto affinché possano restare in libertà». Si aspetta di capire. E ci si interroga sul destino dei due cuccioli. Intanto restano i numeri tristi. Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. Molti avvelenati. Amarena a fucilate.