Attualità

VALORI AL CENTRO. Ornaghi: «Cultura, il futuro del Paese»

Enrico Lenzi giovedì 17 novembre 2011
"Una cultura viva e vitale non può non avere a cuore il presente e il futuro dell’Italia». Di certo il rettore Lorenzo Ornaghi pronunciando queste parole lo scorso 9 novembre durante il suo discorso inaugurale del nuovo anno accademico dell’Università Cattolica, non avrebbe mai immaginato che una settimana dopo sarebbe stato chiamato a guidare proprio il dicastero dei Beni culturali. La chiamata di Monti ieri mattina lo ha colto a lezione, che il rettore ha dovuto interrompere. Rientrando in aula si è scusato con i suoi studenti perchè, in «25 anni di lezione non è mai successo di rispondere al telefono ma a volte le decisioni importanti vanno prese in diretta». E la notizia è finita subito su Twitter.Un politologo sul fronte della cultura, ma con un curriculum accademico di tutto rispetto, che gli permetterà di affrontare i problemi che il nostro patrimonio artistico, culturale e storico sta vivendo. E l’accoglienza, stando alle dichiarazioni di molti esponenti del mondo della cultura, è di «fiducia e collaborazione». Ornaghi, nato a Villasanta (provincia di Monza-Brianza) 63 anni fa, approda al dicastero dei Beni culturali dopo una vita passata nel mondo accademico. Laureato in Scienze Politiche nel 1972 proprio in Cattolica, è stato per molti anni tra gli assistenti del professor Gianfranco Miglio, allora preside della facoltà. E nell’ateneo cattolico Lorenzo Ornaghi ha percorso le principali tappe della sua carriera accademica (tranne tre anni dal 1987 al 1990 quando venne chiamato come docente all’Università di Teramo): ricercatore, professore associato e poi titolare di cattedra. Il primo novembre 2002 era stato nominato alla guida dell’Università Cattolica, con una riconferma nel 2006 e nel 2010. Ma nella sua attività vi sono anche impegni in altri campi: dal 1988 è componente del consiglio di amministrazione di Avvenire e dal 2002 ne è anche il vicepresidente; dal 2001 al 2006 è stato presidente dell’Agenzia per le Onlus, e dal 2005 al 2009 è stato componente del Cda della Fondazione Policlico Irccs. Proprio una settimana fa aveva aperto il 91° anno accademico dell’ateneo fondato da padre Agostino Gemelli, tutto impegnato ad affrontare «un anno cruciale per la Cattolica proprio nell’ambito di una fase decisiva della vita nazionale». Parole che rilette oggi assumono un significato nuovo e vedono proiettato lo stesso Ornaghi proprio in prima linea in questa «fase decisiva».E le richieste al neo ministro non mancano. «Confidiamo nel suo aiuto per portare a termine l’iter parlamentare dei provvedimenti attesi dal settore» si augura il presidente dell’Agis Paolo Protti, mentre il presidente dell’Associazione nazionale archeologi Tsao Cevoli spera che Ornaghi «sappia cogliere le esigenze concrete». «La sua esperienza amministrativa gli consentirà di comprendere sia gli aspetti manageriali sia quelli culturali» aggiunge il presidente dell’associazione che raggruppa le 14 fondazioni lirico sinfoniche. Tutte pratiche che il neo ministro Ornaghi si troverà sul tavolo del suo nuovo ufficio.