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IL FATTO. Gemonio, esplosioni in sede Lega Maroni: non ci faremo intimidire

mercoledì 29 dicembre 2010
Due esplosioni nella notte ha provocato danni alla sede della Lega Nord a Gemonio, in provincia di Varese. Stando alla stampa locale, sarebbero esplosi "due ordigni", provocando danni al portone e mandando in frantumi i vetri delle finestre.Non è la prima volta che la sede del Carroccio di Gemonio, a poca distanza dall'abitazione di Umberto Bossi, viene presa di mira: il portone degli uffici fu incendiato nel febbraio del 2007 e nel gennaio del 2009."Quello di questa notte è un attacco rivolto a tutto il movimento della Lega Nord, ma noi non ci facciamo intimidire". Così il segretario della Lega Nord di Gemonio, Andrea Tessarolo, che ha raccontato di aver preso visione dei filmati delle telecamere della videosorveglianza in paese, nei quali sarebbero state riprese "due persone che fuggivano incappucciate". "Appena saputo di quello che è successo - ha continuato il segretario - sono accorso davanti alla sede assieme a militanti e appena possibile abbiamo fatto cambiare i vetri". È "sconcertato" anche il sindaco di Gemonio, Fabio Felli, che in mattinata si è presentato davanti alla sede di via Marsala. "Sono amareggiato - ha spiegato il sindaco -, sono episodi gravi che ci devono far riflettere, anche perché non è la prima volta che capitano". "Non ci lasceremo intimidire". Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha commentatol'accaduto. "È già successo in passato - ha aggiunto Maroni - che sedi della Lega siano state oggetto di atti di violenza. Sono episodi da non sottovalutare mai"."Si tratta di gesti gravissimi che devono essere subito circoscritti e isolati. Occorre prestare estrema attenzione a questi fatti per impedire rigurgiti antidemocratici che rievocano periodi di violenza dai quali ci siamo definitivamente emancipati. E' necessaria, quindi, da parte di tutti, ognuno nel rispetto del proprio ruolo, una ferma condanna in attesa che vengano individuati al più presto i colpevoli di questi inqualificabili gesti, mirati soltanto a incrinare ogni forma di confronto costruttivo, al di là delle differenze politiche e delle diverse appartenenze". Lo afferma, in una nota, il ministro della Giustizia Angelino Alfano.