In Italia gli oratori vedono aumentare le presenze,
insieme alle attività, e sono sempre più attenti alle nuove
sfide educative. A due anni dalla prima edizione, torna
l'«Happening» nazionale degli oratori H2O: animatori e responsabili
si incontreranno
dal 4 al 7 settembre ad Assisi per confrontare
esperienze e immaginare nuovi percorsi per il futuro. Dopo
l'edizione di Brescia e Bergamo nel 2012, sarà la città di San
Francesco ad accogliere i responsabili dei circa 7 mila oratori
italiani che ogni anno accolgono quasi 2 milioni di ragazzi con
circa 300 mila animatori: attesi, secondo il Redattore Sociale, circa 1.500 giovani provenienti
da tutte le realtà che si occupano di oratorio dal Nord al Sud
Italia.
Al centro di questa seconda edizione la
dimensione "laboratoriale" degli oratori. "Il titolo di
quest'anno è 'Laboratori di comunita" - racconta don Marco
Mori, presidente del Forum oratori italiani -, perchè crediamo
che l'oratorio sia un laboratorio concreto in cui il legame con
la comunità si deve vedere. Per noi comunità vuol dire due
cose: la comunità ecclesiale, ma anche la comunità sociale.
Prenderemo come riferimento la figura di Francesco e Chiara e il
messaggio del crocifisso "va e ripara la mia casa", quindi il
tema del costruire la comunità. Dall'altra parte, guarderemo
all'oratorio che all'interno di un territorio costruisce la
dimensione sociale".
Un'esperienza che cambia. Per Mori, l'oratorio non è
un'esperienza immutabile nel tempo. "In Italia basta dire
oratorio per capire che è un luogo accogliente - spiega Mori -
aperto a tutti, dove i ragazzi sono protagonisti di quello che
fanno. Ma la cosa interessante è che in Italia ci sono sempre
più modelli di oratorio.L'Happening è nato proprio da questa
esigenza: quella di avere un punto di incontro tra le diverse
esperienze. Spesso si pensa che l'oratorio sia una cosa della
Lombardia e del Nord Italia, ma la fantasia più grande in questi
anni l'abbiamo avuta al Centro e al Sud". In Umbria, ad esempio,
una delle esperienze più interessanti, dove i futuri
responsabili degli oratori si formano nelle aule universitarie.
"Nell'Università di Perugia c'è un corso di perfezionamento
sulla gestione educativa dell'oratorio - spiega Mori -. Nella
regione c'è stata l'esigenze di far rinascere gli oratori. Di
qui la volontà di puntare sulla formazione".
Presenze in crescita, anche per la crisi. Difficile fare stime
precise sulle presenze dei ragazzi, ma i dati che provengono da
alcune esperienze mostrano un incremento. "Quest'anno a Brescia
abbiamo avuto aumenti tra il 5 e 10 per cento di ragazzi che
hanno partecipato alle attività estive dell'oratorio - spiega
Mori - Un aumento dovuto a tanti motivi: non ultimo anche quello
economico". Per Mori, infatti, per le famiglie l'oratorio pesa
meno sui bilanci familiari di altre esperienze, ma la crescita di
presenze non è dovuto solo a questo. "Una famiglia non si può
più permettere il campo della società sportiva - spiega Mori -
L'oratorio diventa più comodo, ma non è solo questo che spiega
l'incremento. Alla base c'è la fiducia nei confronti
dell'oratorio".
In autunno una ricerca Ipsos. La mancanzadi dati esatti sugli
oratori presto potrebbe appartenere al passato. Per la prima
volta, infatti, presto gli oratori finiranno sotto le lenti
d'ingrandimento dei ricercatori. "Con Ipsos stiamo facendo il
censimento degli oratori in Lombardia - spiega Mori -. La ricerca
verrà pubblicata in autunno". La decisione di focalizzare
l'attenzione sulla sola Lombardia, però, è dovuta al fatto che
quella che verrà presentata in autunno è una sorta di
sperimentazione che, in futuro, potrebbe riguardare tutto il
panorama nazionale. Intanto, dai primi dati a disposizione emerge
una realtà molto radicata sul territorio. "Il 10 per cento degli
abitanti della Lombardia hanno un incarico all'interno
dell'oratorio - spiega Mori -, cioè hanno a che fare
direttamente con la dimensione dell'oratorio. In Lombardia sono
circa 2500, su circa 7mila".
Se la scuola è troppo teorica... Alla domanda se i ragazzi siano
ancora incuriositi dell'esperienza oratorio nell'era di internet,
don Marco non ha dubbi. "Il fatto di far pasticciare un ragazzo
dentro le cose ha ancora più fascino e più senso oggi di tanti
anni fa - racconta Mori -, quando andare all'oratorio era quasi
un'esperienza obbligata. Oggi la scuola è sempre un po' troppo
teorica, l'oratorio è una dimensione più concreta. Capita a
volte che i ragazzi impegnati come animatori scoprano capacità
che non immaginavano, come quella di aver pazienza coi bambini o
quella di dover organizzare un gioco. È questo il fascino che
l'oratorio riesce ad avere anche oggi". Ci sono poi temi nuovi
con cui i ragazzi fanno esperienza. "Quello dell'integrazione è
un tema che oggi gli oratori attraversano in tutti i sensi. Lo
attraversano in termini innovativi e intelligenti. Non è
un'integrazione per forza, ma un'integrazione che diventa
un'opportunità".
Oratori guidati anche da laici. Le presenze in crescita e le
nuove esperienze di oratorio, però, non sono una garanzia
assoluta per il futuro, racconta Mori. "Non è sempre detto che
le storie educative continuino per forza - spiega -. Bisogna
alimentarle e custodirle. Il futuro è di chi farà le cose
bene". Poi, non mancano le scelte da prendere e le innovazioni da
introdurre anche in realtà consolidate. "Avremo alcune scelte da
dover affrontare nei nostri oratori. Scelte che determineranno
alcuni cambiamenti - racconta Mori -. Abbiamo sempre avuto i
sacerdoti come responsabili. È forse l'ora di decidere che ci
siano anche i laici a fare questa cosa, ipotizzando, all'interno
delle comunità, una figura di direzione dell'oratorio preparata,
attenta e legata alla comunità che porti avanti questa storia
che è ancora da scrivere".