Coronavirus. Il piano per i centri estivi e oratori in sicurezza
Organizzare attività ludiche ed educative negli spazi esterni e nei parchi, far funzionare i centri estivi comunali nei cortili delle scuole (che rimarranno aperte per gli adempimenti amministrativi fino al 30 luglio). Così, terminate le lezioni online e finito l’isolamento forzato in casa, bambini e ragazzi potranno studiare e giocare “in sicurezza” durante tutta la “fase 2”, in gruppi di 4–5 per ogni operatore e con il necessario distanziamento sociale.
Ma anche gli oratori si riorganizzano. Il piano per l’infanzia e l’adolescenza allo studio del governo parte dai centri estivi. E lo fa proprio con le proposte, racchiuse in due protocolli e due linee guida, uscite ieri dal tavolo di lavoro promosso dalla ministra Elena Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia) al quale hanno partecipato, in videoconferenza, anche i suoi colleghi di governo Lucia Azzolina (Istruzione), Nunzia Catalfo (Lavoro), Vincenzo Spadafora (Sport) e la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, insieme con i rappresentanti delle associazioni dei Comuni e delle Province, e il presidente della Società Italiana di Pediatria, Alberto Villani. Finora, su questo tema, l’esecutivo ha mantenuto la linea della fermezza e della cautela, anche perché il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, aveva dichiarato, pochi giorni fa, «che non ci sono ancora le condizioni per pensare di riaprire i centri estivi e bisognerà vedere come evolvono i dati».
Era stato lo stesso premier Conte ad annunciare l’iniziativa, per colmare un vuoto lasciato dal “Decreto Aprile” sul dopo lockdown, illustrato domenica sera e che entrerà in vigore il 4 maggio per disciplinare le prime riaperture. Un provvedimento che vieta “l’ora d’aria” agli under 14 già duramente provati dalla clausura tra le mura di casa. A loro il nuovo decreto consente solo di fare una passeggiata o una corsetta nel parco (ma non nelle aree attrezzate per i giochi, che resteranno off limitsfino a nuova comunicazione), accompagnati da un adulto. Niente attività ludiche o ricreative all’esterno. La “questione” riguarda cinque milioni di famiglie con figli sotto i 14 anni (che in tutto sono 8milioni).
Le idee messe nero su bianco nel summit di ieri verranno ora sottoposte al presidente del Consiglio e al Comitato tecnico– scientifico che gestisce l’emergenza epidemia, in modo che già da lunedì si possa, in collaborazione con gli enti locali, offrire alle famiglie un piano per bambini e ragazzi e al tempo stesso sostenere i genitori che dovranno rientrare al lavoro (si stima che saranno 4,5 milioni di italiani). Il documento successivo dovrebbe dare indicazioni per il mese di giugno considerando la collaborazione con il mondo sportivo, il terzo settore, gli enti locali. Sempre, però, in accordo con gli esperti della sanità. Non mancheranno, assicura la ministra Bonetti, le risorse necessarie a far partire i servizi. La titolare del Lavoro, Catalfo, invece, valuta «l’ipotesi di usare il bonus babysitter (incentivo che interessa 80mila famiglie, ndr) in maniera più flessibile anche per il pagamento» dei centri estivi e «la possibilità di finanziare i progetti proposti dagli enti locali – ha spiegato – con fondi del mio ministero ». Preoccupazione di tutti, comunque, è quella di fissare regole certe per tenere sotto controllo il contagio. Ma per l’Infanzia rimangono ancora in sospeso due proposte care alla ministra Bonetti: l’assegno straordinario universale per i figli fino a 14 anni e la richiesta di riaprire i servizi all’infanzia 0–6 anni.
Idee condivise anche dal gruppo dei parlamentari di maggioranza riuniti, subito dopo il summit ministeriale, nel “tavolo bambini e bambine” nel quale hanno stilato un lungo elenco di richieste per il prossimo decreto, tra cui il sostegno al reddito per i nuclei familiari più poveri con bonus figli minorenni, il supporto psicologico e materiale per neogenitori e neonati, il pasto scolastico ai più bisognosi, mascherine e guanti per i più piccoli. In attesa del piano nazionale, però, c’è chi si organizza per conto suo. Con mascherine protettive e piccoli gruppi di ragazzi, anche gli oratori della Lombardia si preparano alla nuova stagione. «Stiamo immaginando una rivoluzione copernicana che corrisponda alle indicazioni del governo – ha detto don Stefano Guidi, coordinatore di Odielle (Oratori diocesi lombarde) e della Fom – come il distanziamento sociale, lo scaglionamento, i dispositivi di sicurezza per tutti e l’uso di locali sanificati, che diventeranno la struttura portante della proposta di quest’anno».
In gioco ci sono 2.500 strutture su un totale di 8mila presenti sul territorio nazionale. A Firenze, il sindaco Dario Nardella pensa di utilizzare, garantendo tutte le misure di sicurezza, giardini annessi alle scuole, fattorie didattiche, aree verdi pubbliche da destinare alle attività dei bambini delle scuole d’infanzia e dei ragazzini più grandi, con ingressi scaglionati e pasti monodose per la mensa. Lo stesso vuole fare la sindaca di Roma Virginia Raggi che studia un piano per tenere aperti nel periodo estivo asili nido e scuole materne, con aule all’aperto, nei cortili e negli spazi esterni degli istituti, con banchi distanziati, turni orari e classi frazionate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Era stato il premier Conte ad annunciare il piano per l’infanzia e l’adolescenza, per colmare un vuoto lasciato dal “Decreto Aprile” che entrerà in vigore dal 4 maggio per disciplinare le prime riaperture Mamme e bimbi nei parchi di Milano