Una cellula jihadista agiva in Italia
per reclutare militanti e ingrossare le fila del terrorismo
islamico. È lo scenario del blitz antiterrorismo "JWeb",
portato a termine stamattina dai carabinieri del Ros che con le
autorità giudiziarie e di polizia di Gran Bretagna, Norvegia e
Finlandia coordinate da Eurojust, ha eseguito un'ordinanza di
custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di
Roma su richiesta della Procura, nei confronti di 17 individui,
tutti curdi iracheni tranne un kosovaro, indagati per
associazione con finalità di terrorismo internazionale
aggravata dalla transnazionalità del reato.
L'organizzazione era "collegata allo Stato Islamico", ha
sottolineato il procuratore nazionale antimafia e
antiterrorismo, Franco Roberti. Gli indagati, comunque, "non
preparavano attentati in Italia", ha affermato il comandante
dei carabinieri del Raggruppamento operativo speciale, generale
Giuseppe Governale. "Nel corso delle indagini - ha spiegato
Governale - è stata invece documentata la progettazione di
attività ostili con attentati a diplomatici norvegesi e del
Regno Unito presso le rappresentanze diplomatiche in
Medioriente e persino in Norvegia contro dei parlamentari per
ottenere l'attenuazione del regime carcerario del Mullah
Krekar", considerato il capo dell'organizzazione. Krekar, il
cui vero nome è Najmuddin Faraj Ahmad, è residente in
Norvegia dov'era detenuto da alcuni mesi. Viene indicato come
un ideologo dell'islamismo a tutti i costi, capace di attirare
attraverso il web l'attenzione di proseliti curdi iracheni
sparsi in Europa. Già fondatore nel 2001 di Ansar al-Islam,
gruppo terroristico curdo sunnita, smantellato col tempo, dopo
essere fuggito dall'Iraq aveva ottenuto asilo politico in
Norvegia.
In Italia, uno degli snodi chiave della rete di jihadisti
era a Merano. Qui, Nauroz Abdul Rahman, uno degi arrestati,
particolarmente attivo nell'attività di reclutamento teneva
nel proprio riunioni segrete e crocevia di aspiranti terroristi
suicidi o combattenti islamici. La cellutla italia di "Rawti
Shax" (o "Didi Nwe"), come dell'organizzazione terroristica,
operava nel reclutamento e radicalizzazione di militanti,
principalmente attraverso il web, e specialmente come "filiera
di facilitazione" per la Siria. L'indagine era partita dalla
scoperta del sito internet www.jarchive.info, portale che
diffondeva materiale riconducibile ad Al Qaeda e ai gruppi
ideologicamente affini.
Il blitz del Ros conferma "quanto funzioni sia la
cooperazione internazionale sia tutta l'attività di
prevenzione in Italia", ha detto il ministro dell'Interno,
Angelino Alfano.