Un'importante operazione congiunta della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Dia è in corso da stamattina nella provincia di Trapani, per l'esecuzione di numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di esponenti di spicco del sodalizio capeggiato dal super ricercato Matteo Messina Denaro, per associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, intestazione fittizia di beni ed estorsione. Le indagini hanno confermato il ruolo dirigenziale tuttora rivestito dal latitante Messina Denaro all'interno del mandamento e nella provincia mafiosa, accertandone la funzione di direzione tra le varie articolazioni dell'organizzazione e di collegamento con le altre strutture provinciali di Cosa Nostra.Il provvedimento, emesso su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, colpisce, in particolare, le famiglie mafiose di Castelvetrano e di Campobello di Mazara, che da anni esercitavano un controllo tipicamente mafioso sulle attività economiche e imprenditoriali del Trapanese, con ingenti interessi nel settore dell'edilizia. Tra gli arrestati anche alcuni appartenenti al nucleo famigliare dei Messina Denaro, tra i quali il nipote Francesco Guttadauro, la sorella Patrizia Messina Denaro, e i cugini Giovanni Filardo, Cimarosa Lorenzo e Mario Messina Denaro.Le indagini, spiegano le forze di polizia impegnate, hanno accertato l'esistenza di un articolato circuito imprenditoriale, che "assicurava di fatto il controllo quasi monopolistico nel settore dell'edilizia e relativo indotto, mediante la gestione e la realizzazione di importanti commesse, tra cui opere di completamento di aree industriali, parchi eolici, strade pubbliche e ristoranti. L'organizzazione era, infatti, in grado di monitorare costantemente le opere di maggiore rilevanza del territorio, intervenendo nella loro esecuzione con una fitta rete di società controllate in modo diretto o indiretto da imprenditori mafiosi ed elementi di spicco del sodalizio".Con riferimento all'attività di sostegno economico al circuito familiare del latitante, è emersa "la contiguità e il ruolo di responsabilità decisionale raggiunto in seno al sodalizio mafioso da Patrizia Messina Denaro e da Francesco Guttadauro, rispettivamente sorella e nipote del ricercato".È stata inoltre accertata la "diffusa pressione estorsiva esercitata sul territorio anche ai danni di imprese concorrenti e perfino di privati cittadini che avevano ereditato una rilevante somma di denaro".Nel quadro delle complessive attività, la Guardia di Finanza sta procedendo, congiuntamente ai Carabinieri e alla Polizia di Stato, al sequestro preventivo di complessi aziendali riconducibili al latitante intestati a prestanome, costituiti da società operanti nel settore dell'edilizia, per un valore complessivo di circa cinque milioni di euro.